Forse ve lo ho già detto ma io, che sono una lettrice bulimica – 3/4 libri a settimana – da quando sono in quarantena non riesco a leggere. Non mi concentro, sorvolo su due pagine poi torno indietro perché non mi ricordo nemmeno quello che ho letto. L’unico libro che è riuscito a riaccendere il mio interesse per la parola scritta è questa autobiografia di Woody Allen, “A proposito di niente” edito da La nave di Teseo. Intrigante, divertente, ben scritto, un po’ surreale come lui e come qualcuno dei suoi film, racconta la sua vita dalla nascita – e surrealmente persino da prima – fino a oggi. Raccontandosi con ironia, prendendosi parecchio in giro, fingendosi il più ignorante fra gli ignoranti, demolendo il mito dell’intellettuale di cui, dice, non ha altro che l’aspetto e gli occhiali. Ma, ovviamente, una parte interessante del racconto sono le sue vicende sentimentali con le colleghe attrici, alcune delle quali hanno fornito per anni materiale al gossip internazionale. In particolare il turbolento rapporto con Mia Farrow, da cui ebbe un figlio e ne adottò due. Ma, soprattutto, perché si è innamorato e sposato con una delle figlie adottive della sua compagna, Soon Yi,di 35 anni più giovane di lui. Lui parla di questo amore, di un matrimonio felice che ormai dura da 23 anni. Ovviamente Allen racconta la sua verità su tutta la vicenda. Mi ha intrigato? sì. Mi ha convinto? La sua versione no, il libro decisamente sì.
Woody Allen si racconta tra passione e passioni
a cura di ELENA MORA