Non so perché questa foto mi è sempre piaciuta. Forse perchè sembra un po’ quei quadri del pittore americano, Edward Hopper, forse perché mi ricorda una giornata con una bellissima passeggiata davanti all’Oceano a Marina, in California, con tanti cari amici. Piedi nudi nella sabbia, sole, cielo, frullati e spuntini. Liberi. Curioso che invece io abbia scattato questa foto di un uomo all’interno, fermo, immobile, pensieroso, e che crei in me tanta suggestione. Finalmente abbiamo una data: dal 3 giugno potrò tornare a casa mia, a Milano. Dovrei gioire, ma la domanda è: che città troverò tre mesi dopo averla lasciata? Milano stava vivendo un suo momento magico, ricca di eventi, mostre, prime; di nuovi negozi, nuovi ristoranti, grattacieli pieni di gente al lavoro che nelle pause riempivano le panchine e i prati dei parchi come nelle serie tv americane. In questi mesi, su richiesta di una amica, Annarita Briganti, ho scritto la mia lettera d’amore a Milano. Malgrado il cotone nella testa che spesso in queste settimane mi ha tormentato – come se non riuscissi a pensare, a leggere, a scrivere – quella mi è venuta dal cuore, in poche ore. E le ultime immagini che ho della mia città d’adozione sono la sontuosità del Duomo e la eleganza dei palazzi che portano alla galleria, nella luce dorata della sera.
Uscire o non uscire? Voi che fate?
a cura di ELENA MORA