Questa mattina ho studiato i vincitori degli Oscar di questi anni senza film: un esercizio curioso, dato che non è stato possibile vedere nessuno di queste pellicole, con una scoperta ancora più curiosa. L’Oscar per il sonoro è andato a The sound of metal, un film importanti e non facile, che si è potuto e si può vedere su Amazon prime video. La storia è quella di un batterista che si ritrova, improvvisamente, sordo; e deve decidere se abbracciare una esistenza, possibile, nel silenzio dell’udito, ma in una pienezza di rapporti e di vita che gli viene mostrata da una comunità di ipoudenti oppure cercare di ricostruire una vita “normale” con degli impianti cocleari che permettono di udire, sia pure in maniera complessa, attraverso il cervello e degli apparecchi applicati sul cranio. La storia è affascinante – in mezzo c’è anche un rapporto di amore complicato, i problemi economici, quelli di adattamento a un cambiamento che è decisamente choccante, tanto più per un musicista. Non ne avevo parlato prima perché è un film complesso da seguire, e che lascia aperto il finale (non è spoiler, non vi dico nulla). Ma è anche un film affascinante e non solo perché fa capire molte cose, ma anche perché questo precipitare del musicista nella solitudine del silenzio è un po’ come il precipitare delle nostre vite nel silenzio delle relazioni e dei rapporti in cui il virus ci ha fatto piombare. Sono felice comunque che abbia vinto un Oscar perché il protagonista, anche lui candidato come miglio attore, è bravissimo, credibile e intenso.
THE SOUND OF METAL su AMAZON PRIME