Avevo letto questo super interessante saggio di un Borgomanerese di cui andare orgogliosi, Gianluca Didino, La figura umana (Tlon editore) che ha al centro del racconto l’opera di un pittore tedesco intitolata Viandante su un mare di nebbia”.
Ma mai mi sarei aspettata di trovarmi al Metropolitan Museum di New York proprio faccia a faccia con il quadro originale di Friedrich, pittore di cui non sapevo davvero nulla prima di leggere il libro di Didino. La vita fa davvero strani scherzi a volte…
Di questo Caspar David Friedrich (1774–1840) non sapevo nemmeno che il suo quadro, Viandante su un mare di nebbia, da cui partono le riflessioni del Didino, è il manifesto del romanticismo nella pittura tedesca. Ma sono stata comunque vittima del fenomeno chiamato “illusione di frequenza” ben spiegato nel libro e da cui partono acute riflessioni solo apparentemente personali.
Un fenomeno, questo della illusione di frequenza, che mi aveva sempre colpito ma su cui non avevo mai riflettuto in maniera rigorosa: perché è vero che se ci si propone, per dire, di acquistare una Panda gialla, pare che improvvisamente le strade siano popolate di Pande di tutte le sfumature di quel colore (vi garantisco che il Didino la spiega in maniera decisamente più intellettuale, dal Minnesota ai meme di Internet). In questo caso ho sperimentato la illusione di frequenza proprio con il quadro di Friedrich. Perché è davvero curioso che in una bella mattina newyorkese io mi imbatta in un’opera di cui, fino a quando non ho letto il libro di Didino, non sapevo nulla; quadro un po’ nascosto fra le sale ricchissime del Metropolitan Museum ma esposto solo fino all’11 maggio perché in prestito da un museo di Amburgo dove normalmente viene ammirato (anche dal Didino in una sorta di pellegrinaggio che racconta nel libro). E ci sono proprio cascata con tutti e due i piedi perché, malgrado la facciata del Met fosse coperta di manifesti su questa esposizione di Friedrich io, giuro, non li avevo visti. Solo dopo, uscita dal museo dove ho letteralmente inciampato nel viandante, ho iniziato a vedere la pubblicità del quadro, e della mostra di cui è ovviamente l’icona, ovunque in città.
Il saggio di Didino racconta la storia del pittore e del milieu culturale in cui nasce il Viandante: passa ad analizzare altre opere dell’artista, come il ritratto della amata moglie, il primo e ultimo in un interno, e racconta la fine del romanticismo, inteso come scuola artistica; ma è anche qualcosa di più.
La storia di una amicizia, con cui il libro si apre e si chiude. Una riflessione sulla solitudine e sulla importanza dell’arte nella nostra vita: l’arte, che arrivi da un quadro, da un libro, da un film, apre orizzonti. Proprio come fa questo intenso saggio scritto da un giovane che dimostra grande acutezza e profondità: ed è davvero straordinario, in tempi di insta e ti tok, di parcellizzazione del pensiero, di liquidazione della parola.
Gianluca Didino
La figura umana
Friedrich, il contagio romantico e l’apocalisse
TLON editore
PS: A proposito del quadro: non vi pare che questo signore visto di spalle, affacciato sull’abisso mentre guarda un paesaggio dai contorni resi quasi indecifrabili dalla nebbia sia una perfetta metafora del nostro oggi, immobili e quasi paralizzati dal non comprendere un mondo che muta velocemente e ripropone giorni della storia che avremmo preferito non rivivere?
PS2: A proposito di Gianluca Didino: ecco la sua biografia in prima persona
Sono uno scrittore, giornalista culturale e traduttore nato nel 1985.
Ho pubblicato libri per Edizioni Tlon, minimum fax e i Quanti Einaudi.
Ho scritto per riviste italiane e in lingua inglese, tra cui Il Venerdì di Repubblica, Domani, Internazionale, Il Sole 24 Ore, The Sunday Times e Los Angeles Review of Books. Miei racconti sono stati pubblicati in Italia e all’estero in antologie e riviste, tra cui The Florence Review e Literary Hub.
Ho scritto la postfazione a The weird and the eerie di Mark Fisher e tradotto in italiano libri di Hakim Bey e Thomas Dixon.
Ho parlato del mio lavoro in musei e università, tra cui Princeton University, ÉCAL/University of Art and Design Lausanne, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museion (Bolzano).
Sono stato tra gli organizzatori del FILL (Festival of Italian Literature in London) e ho co-curato la serie di podcast The Italian Files.
Il mio ultimo libro è La figura umana. Friedrich, il contagio roamntico e l’apocalisse, Edizioni Tlon, 2024.
Dal 2013 vivo e lavoro a Londra.