Non è bella questa mostra alle Gallerie d’Italia di Milano: è bellissima! Da non perdere davvero per la quantità e la qualità di opere in mostra, per la impaginazione, per la struttura in cui è ospitata, già di per sé di grande eleganza. I quadri ripercorrono la produzione artistica, impressionante davvero, di questo pittore veneziano del settecento, che ha lavorato moltissimo anche a Milano, per spostarsi poi in Germania e a Madrid dove, incredibilmente, muore in miseria, dimenticato. I colori, la forza delle figure, la perfezione della riproduzione del corpo umano, ma soprattutto la luce, la luce incredibile che esalta forme e sfumature. Si gira nelle sale a bocca aperta, passando di meraviglia in meraviglia, scoprendo tesori; giganteschi affreschi staccati dai muri e riportati su tela oppure fotografati e proiettati. Una produzione sconfinata, che ci si chiede come un uomo solo, in una sola vita, abbia potuto realizzarla: e nei disegni, nelle prove, nei bozzetti a misura di quadro degli affreschi giganteschi realizzati per ricchi e nobili committenti si capisce la fatica e il lavoro che hanno supportato il genio, questo indiscusso. Bellissimo scoprire gli anni milanesi: un affresco, per esempio, staccato dalla chiesa di Sant’Ambrogio, è una grande scoperta; arrivano dal Museo di Prado, dal Natonal Museum di Londra, dal museo del lontano Texas altre opere importanti. Stupendo l’allestimento, la sede, i quadri: unico neo le didascalie, poco leggibili e forse troppo raffinate. La mostra, curiosamente ma a effetto, si apre con un Canaletto: ma ai due lati due citazioni parlando altri due pittori… In ogni caso, da vedere, assolutamente: su prenotazione, in sicurezza, possibile perché le sale sono ampie, gli spazi grandi e i controlli precisi.
Per prenotazioni www.gallerieditalia.com
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