Adoro Edith Wharton, tutti i suoi libri, per cui ero molto incuriosita e sospettosa riguardo a questa serie The Buccaneers, su Apple tv, basata sul suo ultimo, incompiuto romanzo. Una mia amica ha fatto stampare delle borse di tela con scritto “però il libro era meglio”: e spesso le versioni cinematografiche o televisive di un libro che si è amato deludono (Via col vento escluso, ovviamente).
In questo caso, però, il libro non lo avevo letto, quindi mi sto decisamente godendo questa serie a puntate, in costume, che racconta le vicende di cinque ricche ragazze americane che decidono di recarsi a Londra per sposare un nobiluomo e accedere a un titolo. L’impresa non è difficile perché, e siamo a metà Ottocento, Londra pare pullulare di gentiluomini spiantati in cerca di una moglie che risollevi le sorti economiche della famiglia (in fin dei conto anche i due protagonisti di Downton Abbey lo sono, lui nobile e senza mezzi per mantenere la magione, lei americana e ricca).
Ok, la serie ricorda un po’ Bridgerton, ma que pizzico di Wharton che rimane secondo me dà un tocco di profondità ai personaggi e ai rapporti: è sempre divertente vedere uno scontro di culture – i formalissimi inglesi con il loro birignao e le americane scatenate come difficilmente immagino potessero essere; le protagoniste sono credibili, anche se in qualche modo iperfemministe per l’epoca; i triangoli amorosi interessanti.
E, sì, anche qui c’è un super bellone affascinante, Matthew Broome nei panni della spiantato Guy e un super credibile Josh Dylan, un lord manipolatore che cerca in ogni modo di isolare da tutti e tutte la giovanissima, affascinata e innamorata moglie.
Ovviamente i costumi sono sontuosi, i gioielli pure, le magioni eleganti e i panorami da togliere il fiato; si perdona quindi una deriva pop che ogni tanto intacca la credibilità storica e la verosimiglianza.
Che dire? Io, comunque, me la sto godendo puntata dopo puntata; al momento ne sono disponibili 7, una nuova messa in rete ogni mercoledì. Davvero interessante, anche se per poco, seguire la serie in lingua originale: perché gli attori si divertono con la pronuncia inglese in punta di naso mentre molto più lieve e amichevole l’americano delle americane, ovviamente.
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