È un Poirot tutto nuovo, decisamente insolito, quello che compare nel nuovissimo film assassinio sul Nilo, ennesima versione da piccolo e grande schermo del romanzo di Agatha Christie. Interpretato e diretto da uno strepitoso Kenneth Branagh, prodotto insieme con Ridley Scott, è una versione super super scenografica e spettacolare: un film da vedere assolutamente al cinema.
Chi mi segue sa la passione che ho per l’investigatore belga e le sue celluline grigie: i film, la serie televisiva, mi hanno sempre intrigato per l’eleganza e la studiata lentezza con cui Poirot ci accompagna alla soluzione di un giallo.
Questa versione però è assolutamente sorprendente: nelle prime scene addirittura ho pensato di aver sbagliato sala. Oppure che fosse l’ennesimo trailer di un film di guerra.
In realtà è l’inizio della storia di Poirot come non è mai stata raccontata: la spiegazione dei suoi baffi ( che in questa versione diventano baffoni), la sua infelice storia d’amore, il disvelamento del suo talento nell’individuare dettagli di fondamentale importanza.
Poi inizia la storia vera e propria: lui, lei, l’altra, amore e tradimento, passione e vendetta, con musica e balli in un viaggio che apparentemente, è di pura vacanza.
Poi iniziano gli omicidi. Omicidi di cui per una bella mezz’ora, però non capisce assolutamente niente. Piccoli e grandi indizi ci vengono esibiti, ingarbugliando sempre di più la vicenda e la possibilità di scoprire il vero colpevole.
Difficile peraltro seguire la storia perché si è talmente distratti da questi paesaggi straordinari ripresi con assoluta maestria, dalle piramidi al Nilo al monumento di Abu Simbel, dall’hotel di lusso del Cairo all’altrettanto lussuosa barca che spinta da una ruota gigante accompagna tensioni e liti, furti e lutti.
Come sempre Poirot raduna tutti e indica il colpevole: per una volta con colpevole ritardo. Ma anche dopo che le salme, impacchettate come mummie, vengono scaricate dalla nave il racconto non è ancora finito.Kenneth Branagh ci regala un finale a sorpresa, aperto a ogni possibile interpretazione. Ma con un invito finale a mostrare il proprio vero volto, cercare di vivere la propria vita, restare aperti a ogni possibilità.