Sorelle che si vogliono bene e lo dimostrano, anche prendendosi un po’ in giro, come Bebe e Sole Vio; che si somigliano fino a sembrare gemelle come Chiara e Francesca Ferragni. Sorelle che si dividono un uomo e, insieme, diventano complici di un omicidio come pare sia successo a Paola e Silvia Zani. Sorelle che diventano un sostegno come Sole Argento per Asia nel momento più difficile della sua vita. C’è un mondo intero di sentimenti, passioni, conflitti dietro il rapporto fra figlie femmine: un legame speciale di cui, spesso, si parla così poco. Apre un mondo di riflessioni sul tema, invece, il libro “Sorelle” della psicanalista Laura Pigozzi (Rizzoli). “Il legame fra sorelle è di fondamentale importanza, spiega, perchè dalla alleanza che si creadipende il nostro modo di stare con le altre donne, ma anche il nostro modo di creare delle relazioni con gli altri in generale, sul lavoro, nelle amicizie”.
Giochi di ruolo
Spesso, fra sorelle, si delinea però una precisa definizione di ruoli: una è quella bella, elegante, l’altra quella intelligente e brillante, oppure brava e disponibile. “Il gioco dei ruoli incatena ognuna a un ruolo; spesso nella mente dei genitori ci sono queste attribuzioni; l’importante però, è che il ruolo deve essere anche interscambiabile” continua la psicoanalista. “Se no si finisce incatenate a una identità, a una unica immagine di sé, mentre la pluralità è un tratto del femminile. L’alleanza fra sorelle permette proprio anche di non aderire a una visione da parte dei genitori, che non sempre è vera”. Asia argento racconta di essere stata devasta dalla perdita della sorella per un incidente in motorino e che l’altra figlia del padre è stata in quell’occasione come una madre per lei. Un bene o un male? “Ognuno deve fare il suo ruolo: una sorella grande può essere salvifica, ma non deve mai prendere il posto della madre. Mentre il legame madre figlia, infatti, ha una quota di amore/odio che serve anche a crescere nel distacco, nel rapporto con una sorella tutto questo non è necessario. Anche il conflitto che si sviluppa fra sorelle spesso nasce perché una delle due non tiene il suo posto; ma la competizione fra sorelle, quando esiste, e un po’ esiste sempre, non deve mai prendere la forma della competizione per l’amore materno: in questo caso una delle due soccombe, ed è devastante sia per chi vince cheper chi perde”.
Marketing e delitti
Chiara Ferragni, imprenditrice di successo, è il fenomeno mediatico degli ultimi anni: ed è curioso come la sorella Francesca, anche lei blogger e influencer, tenda ad assomigliarle sempre di più fisicamente, come trucco, capelli, lavoro, atteggiamenti fino a diventarne quasi la gemella. “In questo caso immagino ci sia anche una buona dose di marketing. Ma l’alleanza fra sorelle funziona nel valorizzare la diversità di ciascuna. Quando una diventa il clone dell’altra c’è sempre una che domina e una che ne è vittima: il clone, però, a volte finisce per diventare talmente indispensabile che la prima diventa dipendente dalla seconda”. E’ recente invece il caso delle sorelle Zani, accusate di aver ucciso la madre con la complicità del fidanzato di una, che, però, aveva una relazione anche con l’altra. “A parte le fiction, dove il gioco della trama è spesso nel fatto che una sorella ruba il fidanzato all’altra, nella realtà assistiamo molto più spesso di quanto non si creda a questo interesse di una sorella per il partner dell’altra, fidanzato o il marito che sia. Il più delle volte si manifesta in forma lieve e ingenua: spesso le sorelle scelgono un uomo simile, con le stesse caratteristiche fisiche o psichiche, lo stesso lavoro o addirittura lo stesso nome. Può essere qualche cosa di curioso da indagare: non è così innocente, non è casuale, crea una simbiosi. Il caso delle Zani, sempre che si dimostri che sia vero il loro coinvolgimento dell’omicidio della madre, non è così insolito quanto possa sembrare: il marchese De Sade finì in carcere per aver sedotto la sorella minore della moglie, innamorata di lui tanto quanto la sorella; il conflitto fra la grande scrittrice, poi suicida, Virginia Woolf e la affascinante sorella Vanessa Bell passò anche attraverso il rapporto della prima con il marito della seconda, fonte di grandi sofferenze”.
Tra fiction e realtà, eredità ed educazione
Sorelle per sempre, un film per la tv andato in onda di recente, parla di due bimbe scambiate alla nascita che, a tre anni, devono tornare alla famiglia biologica: una si trova da figlia unica con due sorelle, l’altra viceversa. Una storia vera in cui biologia, ambiente e genetica si mescolano. “In quel film mi è piaciuto molto l’accento che si è messo sulle relazioni che si sono costruite nella educazione di queste ragazze. Oltre la biologia, che in questo caso si è visto contare pochissimo, sono i gesti quotidiani fanno la differenza. La epigenetica è una recente branca della genetica che dimostra quanto l’ambiente possa contare nell’attivare o disattivare un gene ereditato: mentre si è parlato a lungo della influenza di geni o ambiente, è stata dimostrata l’importanza del quotidiano scambio fra genitori e figli, della cura presente”. E se si è figlie uniche? Spesso, spiega la psicanalista, il bisogno di una sorella è così forte che ci si crea una sorella immaginaria o si elegge a sorella una cugina o una amica: una relazione che, il più delle volte, ci accompagna anche questa per tutta la esistenza.