Serata madre figlia davanti alla tv: voglia di leggerezza et voilà, con dodici anni di ritardo ci godiamo Sex and the city – il primo film tratto dalla famosissima serie. Primo avvertimento: nessun uomo resisterebbe oltre il terzo minuto. Secondo avvertimento: la storia è praticamente inesistente e le protagoniste piuttosto reticenti; Kim Catrall, per dire, la bionda Samantha, ha fatto ritardare le riprese fino a che non ha avuto un aumento del suo cachet per il film; Cinthya Nixon, ovvero Miranda, alla prima del film a Londra è scioccata quando le donne applaudono alla vista della cabina armadio che Big prepara per Carrie: “Questo è il vero amore per le donne? Un uomo abbastanza ricco da poterti regalare una cabina armadio grande come un appartamento?”. Però, però… i vestiti sono bellissimi o orridi, ma nessuno lascia indifferenti; qualche battuta è carina, le borse sono bellissime e costose. Il fascino dell’abito bianco è eterno, e non manca di colpire qui, in cui il servizio fotografico per Vogue presenta modelli stratosferici, compreso quello regalato da Vivienne Westwood alla scrittrice. Già, perché Carrie è, prevalentemente, una scrittrice: ma lo sapete che la sua scrivania della serie è parte della collezione permanente dello Smithsonian Museum, e la produzione ha dovuto chiederlo in prestito per il film? Il libro che raccoglie le lettere d’amore di uomini famosi che lei legge nella pellicola non esisteva nemmeno prima del film, ma viene creato e stampato in occasione dell’uscita nelle sale. Infine, chapeau a Sarah Jessica Parker: bassina, bruttina, per niente sexy (nel contratto ha una clausola che vieta di proporle scene di nudo, e dice “non vorreste vedermi così). Ma determinata: Non permettere mai , dice, che quello che gli altri pensano di te diventi quello che tu pensi di te stessa.
sex and the city – il film e il fascino dell’abito (soprattutto bianco)
a cura di ELENA MORA