Avevo promesso di raccontare questa mia vacanza romana in solitudine ed eccomi qua… In due giorni credo anzi sono certa di aver percorso una quarantina di chilometri, sempre con gli occhi abbagliati dalla bellezza della città ancora deserta di turisti. Ho camminato camminato camminato godendomi i palazzi e le chiese il lungofiume le immagini a tratti davvero particolari di una città così diversa dalla mia. Un sacerdote chino a pregare in silenzio la mattina presto su una panchina; il set di una serie televisiva con le isterie dell’urgenza e con la convinzione di star facendo la cosa più importante del mondo: Lo so bene perché in televisione ci ho lavorato per tanti anni. Il suono continuo dei clacson che a Milano è molto meno invadente e il profumo dei gelsomini che fa sognare. Le battute dei romani la loro cadenza una specie quasi di indolenza o perlomeno quella che a noi sembra tale mi fanno pensare a come queste due città Milano e Roma appartengono alla stessa nazione ma sono così profondamente diverse. Non che io creda che tutto il correre del capoluogo lombardo, da milanese imbruttito, abbia davvero sempre un senso e una ragione. Il mio unico rimpianto? Non avere qualcuno con cui condividere tanta bellezza.
Roma dopo il diluvio universale
a cura di ELENA MORA