Come siamo cambiate in questi due anni? Dentro e fuori… Non mi sarei mai immaginata, prima di quel marzo 2020 ( ma possibile che sia stato solo due anni fa? Mi sembra una era geologica precedente…:-() di uscire a fare la spesa con i leggings, di fare collegamenti in video vestita a metà, di vedere la mia vita mutare così profondamente.
Anche se, come ripeto spesso a mia figlia, in una tempesta – e noi siamo, spero siamo state in una tempesta – c’è modo e maniera di affrontarla. Siamo state fortunate, abbiamo potuto guardare anche i (pochi) lati ironici della faccenda, non abbiamo avuto malattie gravi o perdite in famiglia.
Certo il nostro guardaroba è decisamente mutato: due anni senza di fatto indossare nulla che non fosse la tuta, due anni senza acquistare nulla, e d’altra parte per che cosa? Per andare dove?
Certo, il fattore g, inteso come guardaroba, è solo uno dei più superficiali e insignificanti dei grandi mutamenti che abbiamo vissuto: ma anche la superficie, alla fine, ha una sua importanza, l’aspetto esterno del contenitore, per così dire, un suo significato.
La nostra casa è diventata rifugio e prigione: la vita sociale azzerata o virtuale, i rapporti sempre meno fisici. Che cosa questo comporterà in un futuro lo vedremo, certo ha portato a frequentare molto di più il virtuale, un mondo parallelo dove possiamo vedere amici e conoscenti, confrontarci o discutere, ridere o chiacchierare. Ci ha portato a cambiare abitudini con la televisione, Profondamente mutata nei consumi prima che nei contenuti.
Abbiamo divorato serie tv da bulimici, aperto nuovi abbonamenti, seguito aggiornamenti delle notizie che decidevano delle nostre vite, dei nostri comportamenti, della nostra vita sociale.Ci siamo annoiate con infinite discussioni, appassionate a nuovi esperti di virus e matematica, in una overdose di dati e numeri e informazioni dannose quasi quanto il virus.
Abbiamo sperato che finisse tutto in due settimane, abbiamo resistito a capire che la faccenda sarebbe stata parecchio, parecchio lunga. Io per parte mia, mi sento come se stessi vivendo solo a metà: proprio come a metà mi sono vestita per una diretta tv di presentazione del libro.
Scrivere mi ha salvato: scrivere il libro e scrivere questo blog, per sentirmi meno sola, più in relazione con il mondo, più in contatto con la mia vita precedente, con quello che so fare.
Per questo sono molto grata a SaraRattaro, che mi aveva chiesto di scrivere il libro su una donna, una qualsiasi che mi avesse affascinato, e il risultato è la biografia di Wallis a Simpson, un bel libro, un buon libro.
Per questo sono grata a chi legge, a chi viene a farmi compagnia su queste pagine e a chi in qualche modo ne trova. un mio modo, un nostro modo di condividere e sopravvivere. In attesa che la tempesta finisca, in attesa di poter tornare alla nostra vita di prima.
E sono grata a Gianni Morandi che a Sanremo canta la fatica di adattarsi a una realtà nuova, alla fatica di affrontare un nuovo giorno. Un grande. Come sempre.E a Fiorello e Amadeus che si mostrano stupiti nel rivedere le immagini del Sanremo 2021, con la sala completamente vuota, quando anche un Festival della canzone sembra raccontare il ritorno alla normalità.