La voglia è di grandi orizzonti, di mari e oceani, di viaggi e scoperte: ma il nostro mondo, ora, si è decisamente rimpicciolito. Tutti a un metro di distanza, dopo aver controllato la febbre, per qualunque cosa: dal supermercato al negozio qualsiasi. Tenere le distanze è la parola d’ordine: ma tutto il tempo che ho perso, da piemontese rigorosa, ad avvicinarmi alla gente, ad essere più “milanese”, più aperta, più esagerata? Mi ricordo mia mamma che mi rimproverava di averle fatto conoscere “tutte quelle tue amiche che mi salutano baciandomi…” lei, che di baci me ne aveva dati solo quando ero partita, diciottenne, per Milano. Per andarci a vivere. Prima, era solo al massimo una stropicciata di capelli, un sistemare il colletto. Non che mancasse l’affetto, ma erano solo diversi i modi di dimostrarlo. Mi torna in mente lei,ora che non posso baciare nessuno, e nemmeno dare la mano. Lavorando da casa si abbattono anche le necessità di abbigliamento: t-shirt e pile – che grazie alla fine alle consegne domiciliari di Decathlon riesco infine ad abbinare per colore – e, fuori da Milano, gli spazi si richiudono. Qui è bellissimo, sul lago un incanto, il tempo splendido, ma non vedo l’ora di tornare nella mia città d’adozione, riabbracciare (molto metaforicamente) le mie amiche, tornare anche ad avere quegli scambi di idee e opinioni, di battute e consigli, che tanto mi mancano. Difficile capire quanto durerà questa fase post-lockdown: e anche immaginare che danni psicologici questi mesi di chiusura, di ansia, di bombardamento di pessime notizie da tutto il mondo, ci avranno provocato.