Oggi vi voglio parlare di “grey power”, ovvero della presenza sempre più massiccia in tv come al cinema di attori, come definirli al meglio?, un po’ agé.
L’evento della settimana scorsa ovviamente sono stati gli Oscar, trasmessi da Sky, e qui ci siamo: una splendida Michelle Yeoh, 60 anni, ha accettato il premio come migliore attrice di Everything Everywhere all at once, film che ha sbancato con ben 7 statuette: ricevendo il trofeo dorato lo ha dedicato a tutte le donne a tutte le età dicendo loro “non permettete che vi dicano che siete troppo vecchie o è troppo tardi per fare qualcosa”. Non male non è vero?
Sul palco è salita dopo di lei una meravigliosa Jamie Lee Curtis, 67, La sua antagonista nel film, esibendo la bella faccia con le rughe e i capelli candidi e, il signore sia ringraziato, una forma non esattamente filiforme in un abito scintillante (di recente quando si vede una attrice o un personaggio pubblico donna ci si chiede come facciano a sopravvivere, magre come sono, vedi la principessa Kate, 43 chili per un metro e 70) .
Toccante anche la vicenda del migliore attore non protagonista, il vietnamita Ke Huy Quan, che ha raccontato il suo viaggio in barcone dalla saigon in fiamme alla fine degli anni 70, il suo anno in un campo profughi per arrivare infine sul palco degli Oscar: un vero e proprio sogno americano. Forse qualcuno lo ricorderà bambino, 13enne, a fianco di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto.