Con la mia cugina Anna scherziamo sempre dicendo che noi non siamo solo meteoropatiche, ma anche figliopatiche: a seconda di come sentiamo le nostre figlie, su o giù di morale, anche noi andiamo in altalena. In questo periodo, poi, tutto è un po’ ad alti e bassi: le notizie, l’umore, la voglia di mangiare o di muoversi, di fare o di impigrirsi. Io arrivo da tre settimane come nonna sitter – beninteso, aiutata in ogni modo – e al mio ritorno a Milano mi sembra di essere sotto jet lag, come quando il fuso orario è diverso da un continente all’altro, e ci si deve adattare di nuovo. Il sollievo di esse in un posto – casa mia – in cui le cose stanno dove le metto per più di quindici minuti; non so da voi, ma da me con i nipotini l’ordine, o una parvenza di ordine, dura esattamente lo spazio di un battito di ali, il tempo di riaprire una scatola di Lego o di riprendere fogli e colori. Ma è bellissimo vedere Andrea che mi viene incontro e mi abbraccia, e mi dice che il bacio viene proprio dal suo cervelletto davanti, quello dei sentimenti e della buona educazione; e che, qualche volta, lui ubbidisce al cervelletto della scimmia e del serpente, che lo fa comportare da monello (questa dei cervelletti è la nostra versione casalinga della evoluzione Darwiniana: tanto che a un certo punto lui, meno avveduto, mi ha chiesto se io e il nonno eravamo scimmie all’inizio). Più buffa Annina, che ha scritto orso, parola nuova, da sola, poi i ha chiesto che cosa c’era scritto e quando l’ho letto si è gasata tantissimo, girando per casa e gridando “Ho scritto Orso, da sola, proprio io da sola!”. E, ovviamente, dice che il fratello il cervelletto non lo usa proprio, né quello davanti né quello dietro…
Nuvole e sole… siete meteoropatiche o figliopatiche?
a cura di ELENA MORA