Che sarà di noi dal 4 maggio? A parte il fatto che staremo per festeggiare due mesi di reclusione forzata, non cambia un gran che. Molte ditte potranno riaprire e i nonni potranno vedere i nipotini da cui sono separati da settimane. Sempre che nonne e nipotini vivano nella stessa regione. Così, per paradosso – ma assolutamente reale – il nonno che vive ad Arona non potrà vedere i nipotini di Sesto Calende, magari nella casa che vede dall’altra parte del fiume, perché Arona è in Piemonte e Sesto calende in Lombardia, malgrado siano a 7 chilometri, mentre potrebbero andare fino a Cuneo, che è a 236 km, perché è ancora in Piemonte. Già, a potersi muovere sono solo i nonni o i nipoti per andare a trovare loro: proprio gli anziani, quegli anziani che per settimane ci hanno detto che avrebbero dovuto essere quelli tenuti sotto la massima protezione. Tanto che mi viene un dubbio un po’ cattivo. Non è che questi riavvicinamenti,pubblicizzati come una concessione al sentimento più puro, quello dell’amore di nonni per i nipoti e viceversa, della vita che inizia e quella che finisce, nascondano, in realtà, che abbiamo un problema. Se i genitori devono tornare a lavorare, e non ci sono né scuole né asili, né centri estivi né oratori, e nessun modo di poter accudire i bambini, né ci saranno per un tempo piuttosto lungo, chi si può occupare dei bambini? Forse i nonni?
Nonni, pronti, attenti, via!
a cura di ELENA MORA