Due intense ore di intervista con la super giornalista americana Oprah: le rivelazioni di Meghan ed Harry sulla loro difficile vita a palazzo le vedremo questa sera in Europa, ma già i giornali riportano quelle essenziali. Cominciando dai dettagli del linguaggio non verbale e del look. Meghan indossa un abito nero, colore vietato a corte se non ai funerali (il principe Carlo aveva ripreso la fidanzata Diana, alla loro prima uscita, proprio perché aveva scelto un abito di quel colore). Il ricamo del capo, ovviamente di Armani (stilista neutro, né americano né inglese; 4000 euro, ma già esaurito) sono dei fiori di loto bianchi, simbolo, dicono gli esperti, della rinascita. Al polso di lei un braccialetto di Cartier (quelli che si chiamano tennis, tutto di brillanti) appartenuto a Diana, da cui Harry aveva già tolto due brillanti per inserirli nel loro anello di fidanzamento: già, perché il famoso anello di zaffiro di Diana, che era stato ereditato da Harry, lui lo aveva ceduto a William, che lo ha donato a Kate, che non se ne separa mai. Messaggio subliminale: guardate a che cosa ha rinunciato mio marito… Ma non solo: accanto a quello c’è un altro piccolo bracciale d’oro di Cartier.,una catenina da “solo” poco più di 5500 euro, uno dei primi regali di Harry dopo il loro incontro: ma anche uno dei primi regali fatti da Edoardo VIII a Wallis Simpson, la americana divorziata per cui rinunciò al trono e iniziò una vita da esiliato di lusso. Un po’ come quella che si sta aprendo davanti alla coppia dei duchi. Al collo, un altro gioiello simbolico (2000 euro): quattro acquamarine, due medie, una piccola e una piccolissima, a ricordare la composizione della sua famiglia in crescita. “A corte erano preoccupati che mio figlio nascesse troppo nero” è una delle più clamorose rivelazioni della intera intervista. Meghan nega di aver fatto piangere Kate, all’epoca del loro matrimonio, mentre dichiara che è successo esattamente il contrario. Vi racconterà il resto appena vedrò la versione integrale…
Meghan, Harry e le streghe cattive
a cura di ELENA MORA