Maria, Angelina Jolie e la Callas: un film da (non) vedere

Premetto che due signore all’uscita del film, quando ho chiesto loro che voto avrebbero potuto dare alla pellicola, hanno detto 7 e 1/2. Detto ciò, vi avverto: Maria, con la Angelina Jolie che interpreta la grandissima Maria Callas, è un film da (non) vedere.

Da vedere perché: è uno di quei film che si devono vedere se non altro per dire, come sto per fare io, che non mi è piaciuto per niente. Da vedere perché se ne parla. Da vedere perché ha belle musiche (che per un film, che non è un concerto, non è moltissimo…).

Detesto le persone che criticano qualcosa, una serie tv, un libro, un film e se chiedi se lo hanno visto o letto ti dicono belli tranquilli di no. Quindi è a buon titolo, dopo aver visto tutti i 123 minuti di questa specie di cronaca degli ultimi sette giorni di vita di Maria Callas, che dico che, secondo me, a mio modesto avviso, non è da vedere.

Perché la Jolie, al di là di una somiglianza molto precisa degli occhi, non è mai sullo schermo la Callas: io ho sempre e solo visto Angelina Jolie. Di una magrezza che trasforma le mani in artigli, le braccia in grissini e che le toglie quella presenza scenica che la Callas, indiscutibilmente, aveva. Non è da vedere perché le scene in cui la Jolie canta, in playback, ovviamente, in un gigantesco primo piano, tutto ciò che si vede sono le labbrone gonfiate a dismisura che sembrano tenere tutto lo schermo e distraggono da qualunque meravigliosa melodia. E’ da evitare, sempre secondo me, perché è un mix continuo di personaggi reali e fantasmi: alcuni, come Onassis, funzionali al racconto di questo suo grande amore; altri, come un ipotetico, immaginato giornalista, del tutto inutile a qualunque funzione.

Ci si può consolare, alla fine, con le immagini della vera Callas, anche nel bianco e nero sgranato, tanto citato nel film, meravigliosamente affascinanti. 

Maria, nelle sale, con Angelina Jolie, due ore e 3 minuti