Due ragazze, tre decenni, un successo: prima di leggere questo romanzo non sapevo, né sospettavo, che dietro il nome Douglas della famosa catena di profumerie ci fosse una intera storia, un intero mondo, un pezzo della Storia vera e propria. Siamo ad Amburgo, nel 1897, e due sorelle, Maria e Anna, hanno una vera passione per i profumi. Il loro sogno? aprire un negozio dove vendere solo fragranze. Nessuno sembra appoggiare il loro progetto, né il padre né il fidanzato, ne la matrigna spaventata da tutto, tranne una amica il cui marito produce saponi di lusso sotto il marchio Douglas. Decise a vincere la loro battaglia le due sorelle chiedono all’amica di poter usare il suo marchio, e di vendere i suoi straordinari saponi insieme ai più straordinari profumi del mondo. La loro impresa le porta a Parigi e a Bruxelles, a incontrare miti della profumeria e della moda: stiliste come Coco Chanel e nasi come Francois Coty; superando ogni scoglio riescono ad aprire il loro negozio, con l’aiuto di una piccola eredità, nel 1910. Ma la Storia, la guerra, le turbolenze internazionali sembrano mettere a rischio tutto ciò per cui hanno lavorato, e sacrificato, così tanto. “Le ragazze dell’atelier dei profumi,” edito da tre60, è un romanzo godibilissimo in cui le protagoniste, ricalcate sulle vere sorelle Carstens, sono realmente esistite, così come lo scozzese John Sharp Douglas che aprì la saponeria che porta il suo nome ad Amburgo: e vera è Berta Douglas che concesse il nome alle due sorelle. Esistono – e gli autori Eva Marie Bast e Jern Precht, che firmano il libro con lo pseudonimo di Charlotte Jacobi, hanno trovato ed esaminato i contratti fra la saponeria e le due sorelle. Insomma, un affascinante mix di fiction e realtà che, confesso, a me piace moltissimo: perché spesso, anzi quasi sempre, la realtà è oltre qualsiasi immaginazione…
Le ragazze dell’atelier dei profumi, edizioni tre60, di Charlotte Jacobi