Mi sono appassionata alla storia di A.A.Milne. Chi è? potete non conoscere lui, ma di sicuro conoscete il personaggio che gli ha dato la fama, il denaro, e che ha distrutto i rapporti con suo figlio per sempre: l’orsetto Winnie The Pooh. Lo scrittore inglese, tornato dal fronte della prima guerra mondiale con importanti traumi psicologici, non riesce a sbloccarsi nella scrittura sino a che mette in rima una piccola storia per il figlio. A su insaputa, la moglie, bellissima e determinata, lo invia a Vanity Fair: il successo è immediato, la rivista deve ristampare e ristampare e gli editori gli chiedono qualcosa di più. Ispirandosi ai giocattoli del figlio, il peluche di un orso, di una tigre, di un maialino, inizia a scrivere piccole storie illustrate che portano luce e spensieratezza nella Inghilterra provata dalla guerra.
Le vendite eccezionali, però, portando a un fenomeno che avremmo conosciuto bene decenni dopo: la esposizione mediatica del bambino, interviste e foto, audiolibri e incontri pubblici. La improvvisa e mondiale notorietà devasta la vita di Christopher Robin, questo il nome del piccolo, in famiglia sempre chiamato Billy the moon per come storpiava il suo cognome da bambino. Ignorato dai genitori, che lo espongono senza preoccuparsi degli effetti secondari sia della loro assenza che della presenza ovunque delle sue foto, bullizzato a scuola, dove viene perseguitato dalle facili rime delle strofe scritte dal padre, non appena possibile decide di arruolarsi nel secondo conflitto mondiale come soldato semplice, allontanandosi da casa e fama. Ferito, dato per disperso, si salva e torna in Inghilterra dove, contro il parere dei genitori, sposa una prima cugina, Leslye. Rifiuta ogni singolo penny dei diritti d’autore, una vera montagna di soldi, e apre una libreria con la moglie. Saranno costretti a prelevare dalle royalties quando nascerà loro una figlia con gravissimi problemi cerebrali. Lui non perdonerà mai ai genitori di avere devastato la sua infanzia, la madre non gli perdonerà qual matrimonio che lei considerava incestuoso.
Così mi ha molto appassionato il libro di Marina Marazza Il bambino di carta, che racconta la storia di Christopher Robin Milne proprio dal suo punto di vista: di come il personaggio creato dal padre abbia in qualche modo segnato tutta la sua vita e di come l’unico rapporto affettivo da lui vissuto come reale e profondo fosse quello con la sua tata.