Vent’anni fa usciva La rivincita delle bionde, la commedia diventata un manifesto per un certo tipo di femminismo. La sua protagonista Reese Witherspoon, nel frattempo si evoluta, è diventata la produttrice di film e serie di successo, la curatrice di un blog di libri che assicura un immediato picco di vendite dopo che lei ha segnalato un titolo. “ciascuna di noi è il suo biglietto vincente della lotteria”, dice. Lei lo è di sicuro ma, come spesso accade a noi donne, anche per il supporto del marito. “leggi più libri do qualunque altra donna che conosco – le ha detto un giorno. Perché non acquisti i diritti di quello che ti piace?. Detto, fatto: nascono così il film “Wild”, di cui lei è protagonista,
e il thriller “Gone girl”,
tutti e due nati da libri che lei aveva letto, così come la serie Little fires everywhere di cui vi ho appena scritto.
Che è, in qualche modo, un manifesto sulla maternità e sulle sue sfumature, buone e cattive, fra luci e ombre: perché, come sottolinea lei, ci si premura di specificare working mom, mamma che lavora, mentre non esiste nemmeno l’espressione working dad, papà che lavora? E perché quando si parla del fatto che se si deve pagare qualcuno per curare i figli si dice spesso che l’intero stipendio della madre viene girato a una altra donna? Perché quello della madre? Perché non la metà dei due introiti?
la rivincita della bionda Reese
a cura di ELENA MORA