Ai nipotini, curiosamente, piacciono le zuppe. Una di quelle di cui sono super golosi è la pasta e ceci. Una minestra davvero facile da fare se si hanno una quarantina di minuti di tempo; ma, confesso, anche taroccando quella dei barattoli, con qualche piccolo trucco, viene buonissima. Ma partiamo da quella tradizionale. Si fa per dire, perché comunque io non faccio bollire i ceci per ore e ore, ma prendo quelli già cotti, in barattolo. Li scolo, ma non del tutto, e li metto a bollire, aggiungendo un po’ di acqua e una patata tagliata a pezzettini piccoli piccoli. Rosmarino, alloro e dado vegetale: sul fuoco per lamento venti minuti; poi aggiungo la pasta, tubetti come oggi o i cavaturaccioli che piacciono tanto ai bambini e finisco la cottura. Intanto, in una pentola antiaderente, faccio saltare la pancetta, a fette o a cubetti, in modo che perda un po’ di grasso e diventi bella croccante, e la aggiungo all’ultimo, quando la minestra è già nel piatto. Un bel po’ di grana per tutti (tranne mia figlia Sara che non lo mangia) un bel giro di olio e il peperoncino per chi piace. Un bel piatto unico, per una giornata piovosa, fredda e noiosa.
Ed ecco la versione speedy, che si fa in dieci minuti: si mette a scaldare la zuppa pronta, aggiungendo un pochino di acqua e vi si grattugia dentro, con la grattugia a grana grossa, una patatina piccola e si profuma sempre con dell’alloro e del rosmarino; nel frattempo si fa bollire delll’acqua in cui si cuoce la pasta (sempre tubetti o turaccioli, ma a me piace un sacco anche la pasta mista – anche un mix di tutti quei mezzi etti che avanzano, spaghetti diversi, linguine, tubetti…). Cotta la pasta si scola e si unisce alla zuppa, decorandola poi con la pancetta come nella versione più lenta. Se ben profumata e condita, sfido chiunque a riconoscere la seconda dalla prima…