Mio fratello si è sposato l’8 luglio dopo trent’anni di amore e convivenza. Perché e come si sia deciso, è curioso. Ma finalmente! Certamente sono innamorati. Tutti felici e un po’ perplessi – in fin dei conti fa caldo, perché se avete aspettato trent’anni non aspettate settembre? – ma alla fine è stata una bella festa di famiglia, intima, serena. Progetti di viaggio di nozze, da fare a settembre, quello sì, isole greche o Egitto? Poi, improvvisa, la diagnosi. Non bella. Analisi, radiografie, tac. Una gastroscopia e dritto in sala operatoria. Due settimane di terapia intensiva. Altre analisi, altri esami, altri consigli.
Una discesa all’inferno giorno dopo giorno, ora dopo ora. Eppure.. Io sono di Borgomanero, ma vivo a Milano da sempre. Dove se si paga si è curati molto bene, con grande gentilezza. Se no si è curati, certo, ma come inseriti in un grande meccanismo, ben oliato, funzionale. Nella preoccupazione di quelle giornate ho avuto modo di sperimentare sia all’ospedale di Borgomanero che a quello di Novara non solo la professionalità ma la toccante attenzione e gentilezza dei medici, degli infermieri e del personale alla accettazione. Un livello di umanità che ha alleggerito giornate di ansia e paura; ma quando ho fatto presente a una infermiera quanto anche piccole attenzioni fossero importanti in momenti durissimi, la sua risposta è stata “Loro sono malati voi parenti siete terrorizzati e noi non dovremmo essere gentili?”. Ed è stato di grande aiuto scoprire il centro di coordinamento per i malati di tumore, il CAS, che oltre ad ottimizzare gli appuntamenti e accelerare gli esami, permette di alleggerire le pratiche burocratiche spesso difficili da affrontare in momenti di confusione emotiva. Un sorriso, una parola gentile, in certe situazioni, fanno la differenza. Non doversi preoccupare della impegnativa, delle richieste, della burocrazia, è Sun sollievo; trovare chi ti spiega chiaramente i problemi, anche magari spiegandoti che no, in questo caso non c’è una risposta certa, una benedizione.