La guerra di H: il nuovo, bellissimo libro di Nicoletta Sipos
“Alla fine dell’ultima guerra c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.”Bertold Brecht
Avete presente quei libri che non appena li prendete in mano non riuscite più a metterli giù? Ma che, alla fine, non vi lasciano solo con la soddisfazione di aver capito prima dell’autore chi era il colpevole, e invece fanno riflettere, pensare, rivedere le vostre convinzioni. Questo è La guerra di H, l’ultimo libro di Nicoletta Sipos: una amica, certo, ma anche una grande scrittrice. La storia è quella di un bambino tedesco: vittima anche lui di una sconsiderata guerra di cui non ha, come i suoi genitori, alcuna responsabilità. Perché nelle guerre, come ha scritto Brecht, i vinti soffrono freddo e fame, così come i vincitori. Tanto più i vinti quando si sono creduti, e sentiti, e comportati da, vincitori.
Ed è Heinrich Stein anziano, da bambino chiamato H dallo zio, unico fervente nazista della famiglia, che ricorda quegli anni, quella guerra che ha cancellato i suoi sogni del futuro, privandolo del suo presente, del padre, della serenità che ogni bambino dovrebbe avere come diritto.
Raccontata da un cittadino di quella nazione che è stata schiacciata per decenni da un senso di colpa collettivo, la storia di quel anni, fra il 1938 e il 1956, quando il padre, arrestato con un pretesto nel 1945, ritorna infine a casa, ci porta all’interno di una famiglia serena travolta dagli eventi. Una storia vera, con tutte le coincidenze e gli accadimenti apparentemente incredibili che si ritrovano più nella vita reale che nella fiction, che appassiona, coinvolge, fa pensare.
Compratelo, leggetelo, regalatelo: La guerra di H, pubblicato da Piemme, è anche un garbato tentativo di scompaginare pregiudizi e preconcetti, di portare all’interno di una casa borghese sconvolta da deliri di potere altrui; e, in parallelo con la guerra che sta sconvolgendo la Ucraina, aiuta a comprendere come deve essere trovarsi in balia di altri, potenti o pazzi, o tutt’e due, senza alcuna possibilità di salvare noi stessi o il mondo Un po’ come ci sentiamo tutte sentendo le notizie ogni sera, non è vero?