È stata una serata molto interessante quella di giovedì 26 ad Alessandria: dopo due anni di fermo dovuti al covid ha ripreso in presenza la cerimonia di consegna dei premi del premio di saggistica femminile Giuditta. Un premio ancora poco conosciuto ma importante, nato perché spesso, troppo spesso la capacità delle donne di capire, spiegare, viene completamente sottovalutata o ignorata. Nelle librerie sul tavolo dei saggi otto sono scritti da uomini due da donne: e questi due, che spesso trattano di cucina e di alimentazione, vendono molte volte più di tutti gli altri otto messi insieme. Ma non vengono considerati. Per questo era nato il premio, per questo continuiamo a sostenerlo.
Ed è stato bellissimo premiare Anna Maria Testa per il saggio “Le vie del senso”: strumento necessario in un momento come questo, in cui siamo bombardati da micro informazioni composte da un mix super veloce di immagini e parole.
Il premio per il miglior saggio scritto da un esordiente è andato a Nadeesha Uyangoda per il suo libro L’unica persona nera nella stanza: interessante riflessione su come viva (e venga vissuta) una come lei si definisce italiana nera.
Il premio Soroptimist è andato ad Annarita Briganti per la sua molto particolare biografia di Coco Chanel: da una parte ricerca dall’altra interpretazione per raccontare la donna che più di ogni altra ha cambiato la moda moderna. Premio Ricola per la miglior opera di fiction legata a un personaggio realmente esistito a Raffaella romagnolo per il suo bellissimo romanzo “Di luce propria”: l’affascinante storia del fotografo Alessandro Pavia che ha raccolto le immagini di quasi tutti il 1000 garibaldini.
Infine primo premio alla carriera a Ginevra Bompiani per una vita dedicata alla letteratura, l’editoria, l’insegnamento, che lo ha accettato con una battuta folgorante: “Apprezzo un premio alla carriera poiché io di carriera, non ne ho avuta una”. Di seguito le motivazioni di ogni premio consegnato…