Come si può vivere senza parrucchiere? Anche se ci si pettina con i mortaretti? Domanda frivola ma lecita. Durante il lockdown a un certo punto mi sono trovata in testa un vero e proprio carciofo. E chi ha i capelli taglio corto sa che è facilissimo da gestire ma va curato. A un certo punto, fra ansia, preoccupazione e quello che vedevo nello specchio, quasi quasi li avrei coperti tutti con un telo nero così, come si dice, lontano dagli occhi lontano dalla depressione. Un giorno Sara mi ha visto davanti allo specchio (alla fine avevo deciso di non coprirlo) con in mano un paio di forbicine, tentand di regolare la frangia ormai fuori controllo. “Ma che cosa fai?” ha esclamato. “O mi taglio i capelli o mi taglio le vene” le ho risposto. Ok, non è del tutto corretto fare ironia su un periodo così cupo, e drammatico, e angosciante e faticoso: ma come sopravvivervi del tutto senza la ironia? Insomma, comunque, dopo aver fatto una prova con la frangia del mio adorato nipotino (peraltro venuta benissimo, la parrucchiera poi mi ha fatto i complimenti: questo prima che mi diciate che sono una nonna senza cuore) ho provato a imitare le mosse del parrucchiere. Si gira la ciocca, una per volta, poi si taglia appena appena in superficie dall’attaccatura fino in fondo, scorciando poco per volta. Esperienza, comunque, da non ripetere. Ed è una grande gioia tornare dal parrucchiere di fiducia, anche perché è un segno di ritorno alla normalità. Perché alla fine, tra una chiacchiera e l’altra, ci si ritrova anche amici, ci si conosce, ci si fida: d’altra parte, non affidiamo loro la nostra testa? Io, in particolare, sono molto grata a Flavio, che sempre riesce a riportare ad una forma accettabile il carciofo di cui sopra, e alla Francesca, che illumina la mia testa, se non la mia mente, con qualche aiutino ai colpi di sole. Amo il profumo dei prodotti Aveda che usano e, ultimo ma non ultimo, è a due passi dalla redazione di Diva e donna per cui lavoro, in corso magenta al 27 (peraltro è anche il nome del salone). Di cui vi lascio, come segno di speranza in una vita del tutto normale, le foto pre-mascherine.
Dimenticavo: è anche in un elegante palazzo affrescato, e dal soffitto a volta pendono piante di ogni tipo, sospese a un filo sottile come quello delle nostre vite…