Blu le mille bolle blu… indimenticabile Mina, i suoi gorgheggi impareggiabili e i pois asimmetrici disseminati sull’abito di quel sanremo anni sessanta, la testa cotonata più alta delle sue note.
Ma quale è il fascino segreto delle bolle di sapone che lei cantava e che continuano a incantare piccoli e (ammettiamolo) grandi? Forse i colori? Il fatto che scompaiano? Che durino lo spazio di un battito di ciglia, così come un arcobaleno e una stella cadente? Ma che siano, anche, quotidiane e vicine? Quanti ricordi e quante emozioni in una bolla di sapone!
Oggi le bolle di sapone le vendono già confezionate: in tubetto, tubi grandi, pistole. In commercio si trovano anche fucili “spara bolle” e una soluzione per bolle megagiganti. Una speciale soluzione saponosa, in cui si immerge una gruccia di metallo, permette di creare tremolanti superfici madreperlacee. Finita la soluzione artificiale per produrle, però, si butta via il tutto.
Ma quelle NON sono bolle di sapone. Punto.
Le bolle di sapone erano di sapone, che d’altro se no? Per giocarci necessitavano determinate condizioni meteo e un’apposita attrezzatura.
Innanzitutto era necessaria una giornata soleggiata di fine primavera-inizio estate; assolutamente inadatte le giornate estive afose, tollerabili i primi giorni d’autunno. Perché? Ma ovvio, perché il sole non troppo alto rende le bolle iridescenti e l’aria calda che sale dal terreno le fa volare.
Si passa poi all’attrezzatura: indispensabile un bicchiere vecchio un po’ sbeccato (“ché tu nuovo me lo rovini”), sapone, acqua e una cannuccia di quelle delle bibite (meglio se di paglia, ma sono ormai introvabili; ci si accontenta della plastica).
Il luogo ideale per produrle sarebbe un balcone al primo piano, ma non si può pretendere troppo.
A questo punto basta sciogliere diligentemente una scaglietta di sapone (da bucato o saponetta, meglio evitare i detersivi) in una adeguata quantità di acqua: le esatte proporzioni si apprendono con l’esperienza sul campo e, in parte, dipendono dalle preferenze individuali; in ogni caso conviene essere parchi col sapone, può essere sempre aggiunto in seguito. Quando tutto è pronto si intinge delicatamente la cannuccia nel bicchiere, la si sgronda un poco e si soffia molto dolcemente.
I primi risultati saranno certamente deludenti, ma con la pratica in breve si assisterà a notevoli progressi sino a veri e propri virtuosismi con bolle giganti, multiple, a grappolo eccetera.
Ci si può anche sfidare a chi le ottiene più grosse, più numerose, più durature oppure a farle volare più lontano. Tutti abbiamo cominciato da piccolissimi ad assistere con invidia alle prodezze dei più grandicelli, limitandoci a rincorrere le bolle per farle scoppiare solo sfiorandole; poi abbiamo imparato fino a diventare abili confezionatore di bolle ammirati, a nostra volta, dai bimbi più piccoli.
Non si possono certo contare i pomeriggi volati via nel soffiare in una cannuccia; ma restano impresse nella mente le delicate iridescenze di decine di bolle dalle sfumature arcobaleno che una ad una esplodevano silenziosamente.
il fascino segreto delle bolle di sapone (e di Mina, e dei ricordi)
a cura di ELENA MORA