grandissimo l’ultimo film di clint eastwood

Giurato numero 2, quello che, a 94 anni e per sua ammissione, dovrebbe essere l’ultimo film da regista di Clint Eastwood, è un piccolo, grande capolavoro. Film piuttosto intimo, nasce inizialmente pensato per le piattaforme streaming: ma il successo delle prime proiezioni di prova è tale che la Warner Bros decide di mandarlo nelle sale.

In Italia, grazie al passaparola, è un vero e proprio boom: in sala, qui a Milano, in pieno pomeriggio, erano rimasti pochissimi posti liberi e, alla fine, è scattato persino un piccolo applauso (e il pubblico milanese, vi garantisco, è in genere molto freddo).

LA TRAMA. Difficile davvero da raccontare: un giovane uomo viene chiamato a far parte di una giuria proprio mentre la moglie è agli sgoccioli di una gravidanza difficile dopo un brutto, precedente aborto. Lui non sa nulla del caso: apparentemente un femminicidio dopo una lite, che, piano piano, si rivela qualcos’altro. Con piccoli tocchi, fra luci e ombre, la storia si svolge mentre lo spettatore si trova di fronte, insieme al ragazzo, a un dilemma morale.
Film intimo, girato quasi tutto nella sala del tribunale dove si svolge il processo; poche scene fuori, nella casa della coppia e nei flash back che raccontano piano piano la vicenda. Un segreto viene a poco a poco svelato, a noi come agli altri protagonisti, fra cui spicca una avvocata interpretata magistralmente da Toni Collette; nulla posso dire del finale, in qualche modo aperto allo spettatore.

Un film che è quasi un capolavoro per la profondità di sentimenti, per la acutezza della trama, per come, da un inizio un po’ lento (probabilmente voluto) si svolge poi con una grazia e una tensione  tali per cui si arriva alla fine delle due ore senza nemmeno accorgersi del tempo passato. Inchioda in qualche modo alla poltrona senza violenza senza effetti speciali, ma con una intelligenza e una cura dei tempi straordinaria. Se state programmando di andare al cinema, questo film è da non perdere.