E’ super, super interessante questo libro “Florence Nightingale e l’Italia” pubblicato dalla Federazione Nazionale Infermieri: non solo racconta la storia, la vita e le invenzioni di colei che ha rivoluzionato la professione dell’infermiere, ma è anche una miniera di informazioni sulle invenzioni che hanno segnato la moderna medicina (credo che questa parte valga un secondo articolo, vi garantisco).
La storia della prima infermiera professionale del mondo inizia con il viaggio di nozze dei suoi genitori: talmente benestanti, in quel 1818, che la loro luna di miele si prolunga per ben due anni, in cui nascono le loro due figlie. La prima nasce a Napoli, e viene chiamata Patrhenope; la seconda, la nostra protagonista, a Firenze, da cui il nome Florence. E’ il 1820 e il suo destino sembra segnato: giocare, studiare, sposarsi. Lei, però, la nostra Florence, ha un bel caratterino: viaggia, viene presentata a corte, ma non le interessa trovare un buon marito, ma solo occuparsi dei malati. Scandalo in famiglia: non è occupazione da signorina per bene! Prima di Florence, infatti, le infermiere erano spesso poveracce, comunemente ritenute poco per bene, facili al bere e al vizio. Lei però non solo riesce a superare tutte le obiezioni della madre (che la accusa di essersi innamorata di qualche mediconzolo) e del padre (che come spesso gli uomini fanno, se ne fugge a Londra), ma inizia a lavorare in un ospedale iniziando a raccogliere dati su quello che vedeva. Niente di buono: le condizioni degli ospedali all’epoca erano terribili, igiene zero, cure pochissime, e, spesso creavano più patologia di quella che risolvevano. La battuta all’epoca era: “I medici inglesi uccidono i pazienti, quelli francesi li lasciano morire”. Testona e testarda, Florence riesce, nel corso degli anni, a frequentare un corso da infermiera in Germania; passa un mese a Parigi a studiare la realtà degli ospedali francesi e paragona sistemi e risultati. Ha trent’anni quando infine riesce a iniziare a lavorare (gratis) per un Istituto per l’assistenza alle signore inferme. Ma è con la guerra di Crimea che riesce finalmente a fare quello che ha sempre sognato, anche se in condizioni drammatiche: per la prima volta l’esercito inserisce delle infermiere nei suoi ranghi e Florence viene chiamata ad occuparsene.inizia così la sua straordinaria storia, la riforma del sistema infermieristico e della figura dell’infermiere oltre che dell’igiene negli ospedali. La sua storia poi è conosciuta ma una cosa che pochi sanno e che lei ha inventato le “torte”, ovvero quel modo di presentare i dati mostrando un tondo e le percentuali visualizzati all’interno che è diventato un modo comune e quotidiano di illustrare qualsiasi ricerca. Lei prima al mondo l’ho usato perché, diceva, se non ti ascoltano devi far vedere quello di cui vuoi parlare.