Avete ancora in mente il fasto, i costumi, gli squilli di tromba della super scenografica incoronazione di Re Carlo III e della sua regina Camilla? Fra mantelli ed ermellini, corone e gioielli, sussurri e grida? Bene, se volete rimanere in tema vi propongo oggi la seconda serie di Bridgerton, appena arrivata fresca fresca su Netflix.
In realtà non si tratta di un seguito ma di quello che viene chiamato prequel: ovvero tutto ciò che è successo nei decenni prima ai personaggi più importanti, in modo da portare lo spettatore a comprendere come si è costruito il loro carattere, come hanno gestito i loro destini. Il personaggio principale, qui, è la regina Carlotta: sovrana realmente esistita e sfortunata moglie di Giorgio III, il re pazzo.
Siamo nel 1761 e la principessa arriva a Londra per le nozze con l’erede al trono: il quale si mostra subito piuttosto bizzarro, ancorché affascinante. Gli ultimi studi proverebbero che soffriva di un disturbo bipolare, forse provocato da una malattia genetica chiamata porfiria, con frequenti malesseri e una situazione che si è aggravata con gli anni; ma questo non ha impedito che il matrimonio con Carlotta fosse tutto sommato felice, e generasse ben 15 eredi al trono. In Bridgerton vediamo la giovane principessa sposa reale – ed era stato veramente a sole sei ore dal suo arrivo dopo un viaggio infinito! – e incoronata regina, ma la ritroviamo anche anziana, come nella prima serie, alle prese con i figli dal comportamento poco consono alla regalità. Un gioco di flash back alla rovescia che non disturbano il racconto, anzi, permettono di approfondire personaggi interessanti a cui ci si è appassionati negli episodi precedenti. Nella serie Carlotta è decisamente di colore: una delle libertà di scrittura, dichiarate sin dai titoli all’inizio della prima puntata, anche se il meticciato di questa regina, diventato in qualche modo d’attualità all’ingresso di Meghan Markle nella famiglia reale inglese, sarebbe vero secondo alcuni storici reali, perché Carlotta sarebbe stata la discendente di un ramo afroamericano della famiglia reale portoghese.
Sia come sia, storicamente parlando, La regina Carlotta, una storia di Bridgerton, questo il titolo della serie, è super godibile, sontuoso quanto basta, con un retrogusto da soap opera che rende tutto più scorrevole; ma i personaggi sono ben disegnati, la storia interessante, quindi che dire? Ri-vediamoci Bridgerton e i suoi bellissimi interpreti.