“31 agosto 1997, Parigi, Francia. Diana e Dodi Al Fayed sono rimasti coinvolti in un incidente sotto il ponte dell’Alma. La principessa e il suo compagno hanno riportato gravi fratture ma le loro condizioni sono stabili e sono stabili e non sono in pericolo di vita”.
Che cosa sarebbe successo se, in quella sera di agosto, in quel terribile incidente, Diana si fosse salvata? E fosse stata portata in un luogo segreto, rimasta nascosta per la convalescenza, per ricomparire poi, nel massimo del clamore, incinta di Dodi?
E’ il gioco che propone Giuseppe Meroni, giornalista e scrittore, nel suo “The second Crown, GM edizioni. “In Sardegna, con amici – racconta – il giorno prima del funerale della regina ci siamo chiesti come sarebbe stata la vita della sovrana se la nuora non fosse morta in quel drammatico incidente. Così ho provato a immaginare una Diana diversa, più matura: una sopravvissuta che, come spesso accade dopo un trauma importante, una malattia, una disgrazia, ha una diversa visione della vita e dei rapporti”.
E che crea con la regina un rapporto davvero speciale, che porta a un diabolico intrigo…
“Secondo me Elisabetta non aveva nessuna fiducia nel figlio, e questo è il motivo per cui ha tenuto il trono davvero fino all’ultimo respiro. Trova finalmente in Diana una donna diversa dalla giovane fragile sposa, riconosce in lei la moglie che avrebbe sempre voluto per Carlo. E si fa complice di una azione per portare la corona direttamente a William”.
Una cospirazione in cui entra anche, grazie ad alcuni documenti, Filippo…
“Il marito della regina, nella mia finzione, ha rapporti con frange deviate dell’MI6, i servizi segreti inglesi. Così sa qualcosa di importante sull’incidente, e forse, in qualche modo, vi ha anche un ruolo. Che Diana scoprirà…”
E’ davvero curioso che Harry, nel suo libro The spare, indugi a lungo nel raccontare di quando, bambino, si era quasi convinto che la madre non fosse morta, ma nascosta da qualche parte per sfuggire al suo destino. Lo aveva letto prima di immaginare Diana viva? E che cosa direbbe la Diana sopravvissuta al figlio riguardo alla sua decisione di lasciare la corte?
“ Spare è uscito poco dopo che il mio libro era andato in stampa. La Diana che immagino cercherebbe di dare, sottotraccia, consigli ai figli; ma il rapporto fra loro e Carlo di sarebbe deteriorato prima, perché la morte di Diana ha creato, per un certo periodo, un legame fra Carlo, William e Harry. Ora Harry sta cercando di manipolare la stampa proprio come aveva cercato di fare sua madre: una somiglianza che lui rivendica orgoglioso”.
Diana sarebbe finalmente felice accanto a Dodi?
Sì perché proprio grazie alla famiglia Al Fayed, raffinata, colta e progressista, avrebbe scoperto la importanza della cultura mediorientale e avrebbe guadato la vita con occhi nuovi; nel padre di Dodi avrebbe poi trovato un alleato capace di usare i media molto meglio di lei, e consigliarla nel farlo”.
Infine: incidente o attentato quello dell’Alma il 31 agosto 1997?
“Secondo me e gli esperti che ho consultato è stato un finto incidente, come ha sempre sostenuto Al Fayed; Mohamed ha sempre teorizzato che, nel caso di un attentato, si predispone un piano B in modo da eliminare il bersaglio nel caso fosse sopravvissuto; ed è per questo che ho immaginato un intervento della sicurezza di Al Fayed per sottrarre Diana e Dodi ai soccorsi francesi. Ma una auto rinforzata, anche se non blindata, non avrebbe potuto uscire così distrutta da quell’impatto con il pilone del ponte. Ed è decisamente strano che, dieci minuti dopo l’incidente, già si dichiarava che l’autista era ubriaco”.
Se volete sapere come sarebbe andata, leggete il prossimo articolo…