Lo so, lo so, ora si dovrebbero solo mandare messaggi di speranza, il nuovo anno promette (ma a che titolo?) un cambiamento in cui tutti speriamo. E che il vaccino ci aiuti. Ma stavo riflettendo ieri con una amica sul fatto che, secondo me, siamo arrivati a un punto di non ritorno psicologico. Il danno al nostro morale, al nostro io più profondo ormai sta superando, sempre secondo me, decisamente il vantaggio di rimanere sicuri, nelle nostre case, lontano da possibili contagi, Perché siamo esseri sociali, e abbiamo bisogno di interazioni, proprio anche di quelle che non abbiamo più da lunghi, lunghissimi mesi. Ieri al supermercato per la prima volta mi sono sentita in pericolo, minacciata dai miei simili:e non ho potuto fare a meno di riflettere su quello che ci manca. Gli abbracci, ma non solo. I sorrisi, ma non solo, Ci manca la possibilità anche solo di pensare che il nostro simile non è, appunto, un pericolo per noi. E, curiosamente, proprio i segnali che non possiamo mandare sono quelli che ci avrebbero rassicurato: un sorriso a mostrare che i denti non sarebbero stati usati come arma, ma come segno di amicizia; la stretta di mano per dimostrare che nessuna arma è brandita contro di noi . E questo mentre un sorriso, un fiato, una parola, una canzone, possono diventare la possibile trasmissione del virus. Quando ogni contatto, dalla stretta all’abbraccio, dal bacio alla carezza, può essere un pericolo. Intanto, la sensazione è quella di stare trasformandomi in un fantasma. Una ombra. Qualcosa di diverso da me, da quella che ero prima. Voi che ne pensate? Vi aspetto qui domani e sulla mail elenamora@unamoredinonna.it
PS: va da se ‘ che rispetterò ogni regola, in ogni caso, per proteggere me e gli altri. Almeno fino a maggio, poi proprio non lo so…
la foto in alto è una delle 100 selezionate da Kate middleton, duchesssa di Cambridge, per la raccolta benefica “Hold still”.