Siamo a Torino negli anni Trenta del Novecento: Anita è bellissima, giovanissima e… fidanzatissima. Non solo: anche controllatissima. Dalla madre tabaccaia, che le punta spille da balia per chiudere scollature e gonne; dal fidanzato, l’affascinante (e molto patatone) Corrado che non vede l’ora di sposarla e di fare di lei la perfetta moglie fascista; dal regime, che vuole le donne madri e casalinghe. Mentre lei, insospettabilmente, ha scoperto che adora fare la dattilografa, anche perché il suo capo è un affascinante doppiogiochista, esperto di gialli, che la coinvolge (o, meglio, lei coinvolge lui) nel risolvere una serie di delitti. “Una stella senza luce” è il terzo giallo di Alice Basso dedicato a questi personaggi, dopo “Il morso della vipera” in cui aveva debuttato Alice, e “il grido della rosa”; con una scrittura divertente e agile, Alice tratta però temi non scontati e ci porta in una Torino affascinante in compagnia di una giovane donna che, i garantisco, è già diventata una mia amica. Se non conoscete la Basso vi prego, vi prego, correte a comprare i suoi libri: cominciando proprio dal morso della vipera, volume con cui è iniziata la saga che spero presto diventi una serie tv.
ALICE BASSO
UNA STELLA SENZA LUCE
GARZANTI