Qualche anno fa mi è capitato di essere in banca durante una rapina. La persona davanti a me ha scavalcato il bancone (ancora non erano protetti) e pistola alla mano ci ha intimato di stenderci per terra al grido, più che classico di “E’ una rapina”. Al momento, però, non mi sono nemmeno tanto spaventata: un po’ l’adrenalina, un po’ perché mi sembrava di essere all’interno di una puntata di un telefilm, di quelle in cui poi arriva la polizia (che per la cronaca è arrivata dopo che i rapinatori se ne sono andati, e l’unica cosa che ha fatto è stata di redarguire una impiegata che aveva nascosto dei soldi: la priorità in quei casi, è quella di non mettere a rischio le persone, il denaro è secondario). Racconto questo perché ho avuto la stessa reazione ieri sera davanti alla tv guardando l’assalto al Campidoglio a Washington. La impressione era quella di stare assistendo a un brutto, brutto film, senza nessun Harrison Ford o chi per lui a intervenire eroicamente e salvare la situazione. E davvero questi manifestanti, armati e incitati da Trump, facevano paura: per il valore simbolico della azione, per il fatto che erano stati istigati – e continuavano ad esserlo – dal comandante in capo di quella nazione, un presidente completamente fuori controllo. Che cosa accadrà ora non si sa, che cosa farà lui nemmeno: i repubblicano lo stanno abbandonando, i nuovi mezzi di comunicazione lo hanno silenziato, pare sembra forse che sia stato escluso dalla catena di comando nel momento di massima emergenza. Ma, in teoria, per ancora due settimane sarà il presidente. Che Dio protegga l’America in questo momento, più che mai!
Che brutto film a Washington!
a cura di ELENA MORA