“Anna, ti prendo le forbici?” “Nonna, è una sola, ed è femmina, si dice forbici a!”. A tre anni riscrive la sua grammatica, le parole come le piacciono e, soprattutto, come secondo lei dovrebbero essere giuste per tutti. Allo stesso modo le ginocchia sono ginocchi – anche noi, che idea di non dirlo al plurale! Le ballerine con gli strass sberluccicano, le luci dell’albero di natale si appengono (d’altra parte, si appendono e accendono). Ma non è che parla come una bimba più piccola dei suoi tre anni e mezzo: no, non, lei vuole inventarsi la sua lingua speciale. E il suo mondo: “vorrei una sorella e un fratello” ha detto ieri. “una sorella grande, che si chiama Anna delle medie, e un fratello piccolo, che si chiama Andrea della scuola materna. Ma sono due gemelli” .gemelli diversi come lei e Andrea che subito si unisce dicendo “anche io voglio una sorella! che si chiama Anna di Andrea!”. Decisamente mancina, scrive tutte le lettere da sola, ma al contrario, a specchio: e alla E inserisce tanto trattini quanti gliene pare, quasi a disegnare un pettine: inutile dirle che ne bastano tre, a lei piace così…
Anna: tutto a modo suo
a cura di ELENA MORA