“Nonna, leggiamo un libro?” Quando Anna e Andrea mi chiedono una storia, da leggere o da raccontare, fanno di me la donna/nonna più felice del mondo. E’ vero che abbiamo messo in mano a loro libri morbidi o di plastica sin da piccolissimi, che hanno sempre visto in casa mamma e nonna con il naso nei libri, ma riuscire a fare apprezzare (e qualche volta distruggere, ma pazienza) la lettura o il racconto è bellissimo. Ed è stato per me davvero interessante il libro “Prova con una storia” di Anna Oliverio Ferraris (BUR, euro 14) che non solo sottolinea l’importanza del leggere o narrare una storia a piccoli lettori, ma spiega come, attraverso il racconto, si possano affrontare problemi come i capricci, l’inappetenza, le paure, crescendo bambini più sicuri, più aperti. “Quando un adulto legge a un bambino non stimola la vista ma l’udito: e questo consente una maggiore riflessione, permette al bambino di crearsi un suo film interiore, di riconoscere le emozioni e creare ricordi. Ma la voce di mamma o papà, nonno o nonna, passa anche un messaggio importante di disponibilità: è come se l’adulto gli dicesse “io sono qui per te, ti dedico del tempo, condivido una avventura”.
Ma non solo: sfogliare un libro insieme prepara anche allo studio. “Quando un adulto legge una storia a un bambino lo porta a interessarsi al libro, a quei segnetti misteriosi che contengono le parole, a fare domande, a chiedere spiegazioni, a iniziare a mimare la scrittura con scarabocchi”.
Nel libro Anna Oliverio Ferraris , psicologa e psicoterapeuta, propone una serie di piccoli racconti per affrontare le grandi domande dei bambini, aiutarli a superare le loro paure, che siano del buio o del medico fino a quella dell’abbandono, tocca problemi come il rapporto con il cibo o la separazione dei genitori. Ma espone anche una interessante interpretazione dei temi che le più comuni fra le favole e le fiabe nascondono al loro interno. Eccone alcune.
I TRE PORCELLINI
La più classica delle favole permette di parlare di pigrizia e fatica, ma anche dei vantaggio della crescita; il lupo cattivo insegna che non tutti gli adulti sono ben disposti come mamma e papà; e il successo del porcellino più industrioso che quando ci si impegna si può vincere.
CAPPUCCETTO ROSSO
La storia della bimba che attraversa il bosco per andare dalla nonna insegna che è bene evitare di dare confidenza agli sconosciuti, che non ci si può fidare di tutti gli adulti indiscriminatamente ma anche che bisogna prestare attenzione a ciò che di insolito possiamo notare nelle persone, famigliari e non: le orecchie pelose , i denti aguzzi.
BIANCANEVE
Le matrigne cattive, come le streghe, sono personaggi che permettono di esplorare la complessità dei rapporti affettivi: tutti i bambini provano sentimenti complessi e ambivalenti nei confronti della mamma, che a volte punisce o si arrabbia; i piccoli possono così esplorare anche i loro sentimenti nei confronti di queste figure .
CENERENTOLA
“Io non esisto se non sono il preferito” è uno dei miti che i bambini, per crescere, devono abbandonare: la storia di Cenerentola permette di ragionare su questo e di parlare della gelosia nei confronti del fratello o della sorella.