Triste il concerto di Capodanno da Vienna senza pubblico: una immagine vera e viva di come il Covid sta cambiando le nostre vite. In un collage le 7.000 persone che applaudivano, a distanza. E forse qualcosa questo schifosissimo virus ce lo sta insegnando. Per esempio che, se c’è un gioco a cui giocano tutti i bambini, che siano mio nipote Andrea o il principino Louis, tutti e due con i colori sulle dita, c’è anche una gigantesca caccia al tesoro a cui possono giocare tutti nel mondo: geocaching. Sembra incredibile, ma oggi, sotto la pioggia, in uno sperduto paesino di un centinaio di anime sul lago d’Orta, Anna e Andrea hanno partecipato a una caccia al tesoro via app, trovando ben due siti nelle vicinanze in cui erano nascosti piccoli tesori: che poi, svanito l’entusiasmo del ritrovamento, hanno rimessi a posto dopo aver firmato un registro uno fisico e uno virtuale, per documentare la partecipazione al gioco. E sapete che solo in Italia vi sono oltre 25.000 piccoli tesori nascosti da scoprire? Una caccia al tesoro mondiale resa possibile dal GPS, aperto nel 2000 a tutti, e da un pignolo, incredulo precisetto. All’indomani della notizia della possibilità di identificare qualunque luogo via internet, infatti, un consulente dell’Oregon decise di testare la precisione della geolocalizzazione nascondendo un piccolo oggetto in un bosco vicino a casa e pubblicando solo le coordinate sul Web. Beh, ovviamente ha funzionato e il giorno dopo l’incredulo consulente ha visto scovare il “tesoro” che aveva nascosto. Da allora ben 3 milioni di tesori sono nascosti in luoghi segnalati di 191 Paesi in tutti i continenti. Ben 360.000 sono i “custodi” e giocatori che si impegnano a nascondere al meglio, in piccoli anfratti, i piccoli oggetti: e da quel maggio 2000 ne sono stati ritrovati (e riposti, quasi tutti), 642 milioni. Oggi per esempio Anna e Andrea, nel loro piccolo, hanno trovato due oggettini, un Puffo che stava lì dal 2016, e un trasformer; si sono registrati come ritrovatori e hanno continuato la ricerca, da una piazza all’altra, da una chiesa all’altra; purtroppo, però, nel loro secondo giro non hanno trovato nulla perché il tesoro era stato trattenuto dall’ultimo, scorretto cacciatore. Armati della loro bussola e del cellulare di mamma e papà si sono davvero divertiti, girando malgrado la pioggia e il freddo e partecipando, quasi ignari, a un gioco mondiale che si gioca da vent’anni.
Per info: www.geocaching. com
www.geocaching-italia.com