M il figlio del secolo una serie fuori dagli schemi

 “Io sono come le bestie, sento il tempo che viene”: questa la frase che un trentacinquenne Benito Mussolini, politico e giornalista fallito, ripete nel corso delle prime due puntate dell serie “M il figlio del secolo” tratta dal best seller di Antonio Scurati in onda da questa sera su Sky.

Una serie decisamente strana fuori dagli schemi, interpretata da un Luca Marinelli straordinario, diretto da un gradissimo regista, Joe Wright (L’ora più buia il suo bellissimo film su Churchill).

Decisamente fuori dagli schemi, fra cinema e teatro, che agghiaccia, stupisce, spaventa e, per quanto mi riguarda, dopo sole due puntate, non convince del tutto.

 

Bellissima la chiave di racconto e la regia, con il protagonista che si rivolge direttamente al pubblico, guardando in camera, le riprese sbilenche, la musica a palla (tanto che, a tratti, è persino difficile seguire l’audio), i toni cupi, i giochi di ripresa. L’inizio è con Mussolini che riprende se stesso in un teatrino, osannato dai suoi seguaci, reduci di guerra, violenti o interessati. Lo vediamo in famiglia, con la pazientissima Rachele – “la famiglia è la cosa più importante, dice, mentre lo vediamo alle prese con la storia di passione con Margherita Sarfatti e di sesso con la giovanissima segretaria. Lo vediamo in galera, uscito troppo presto per poter usare la detenzione come inizio di martirio; mangiare indifferente mentre i suoi scagnozzi pestano a sangue socialisti e colleghi dell’Avanti. Lo vediamo invidioso di D’Annunzio ma pronto a tradirlo; uomo piccolo che pensa in grande, povero che diventa ricco, nessuno che diventa qualcuno proprio anche grazie a quella Sarfatti (qui una bravissima Cricchierai) che lo aiuta a creare il suo mito e che lui, manco a dirlo, tradirà nel peggiore dei modi possibili.

Vediamo la violenza fisica, ritmata musica, un po’ come in Arancia meccanica, esibita e nascosta fra luci e ombre; la violenza sessuale e verbale; la determinazione di un uomo che non si rassegna, che perde, perde e di nuovo perde ma riesce alla fine a vincere. Per farlo ruba battute e slogan, usa donne e denaro, amici e nemici.

Comunque la si pensi, una serie da vedere.