Sarà in onda fino al 5 luglio ma vi consiglio comunque di seguirla su Canale cinque: la serie New Amsterdam, ambientata in un immaginario grande ospedale di cui il protagonista, Dottor Max Goodwin, è direttore generale.
Una serie corale, quindi con tanti protagonisti, che mi ha riportato alla mente il telefilm che ben trent’anni fa hai infranto molte delle regole della serialità televisiva, E.R, ovvero emergency room, che aveva tra i protagonisti un giovanissimo George Clooney, a tre decenni di distanza divo da Oscar, apprezzato regista e, cosa che non è affatto male, grande fan dell’Italia.
All’epoca, e siamo nel 1994, ER era in qualche modo la risposta al protagonismo di alcuni attori: proponendo una serie in cui i medici e colleghi erano tutti più o meno protagonisti nello stesso modo la casa produttrice riusciva a calmierare i costi e a placare le bizze di qualche attore dopo il successo . Un ritiro strategico, una morte improvvisa, o, meglio ancora un’esigenza di sceneggiatura per cui il personaggio veniva trasferito ed eventualmente, in caso di cali di ascolti, recuperato, permettevano di rifiutare richieste di aumenti o privilegi. Di fatto Clooney era diventato poi il protagonista assoluto della serie E.R., tanto da dettare le sue condizioni e decidere di lasciare il set della Warner per nuove avventure professionali. E un altro tabù che la serie aveva infranto era quello dell’obbligatorio lieto fine, o comunque di un finale a prescindere: in alcuni episodi, infatti, la sorte del malato veniva lasciata in sospeso. Ma il problema di queste serie, che parlano di fatto di vita di morte, è che nel progredire degli anni il tono di voce va alzato sempre più: quindi le malattie, il tumori, gli incidenti gravissimi devono arrivare forzatamente a colpire i protagonisti, in modo da tenere alto il coinvolgimento emotivo. In new Amsterdam troviamo infatti il nostro direttore sanitario alle prese prima con un tumore poi con la morte della moglie.
Auguriamo al bravissimo protagonista Ryan Eggold lo stesso successo di Clooney e, nel mentre, posso segnalare un’altra serie sempre di ambiente ospedaliero, the good doctor, appena conclusa su Raidue, ma da recuperare su Raiplay: qui c’è un protagonista, il medico Shawn Murphy, affetto da autismo, sindrome che gli permette però un’assoluta concentrazione e la capacità di individuare dettagli o soluzioni alternative che sfuggono ai colleghi.