Se volete rinfrescarvi la mente sotto l’ombrellone, questo libro è perfetto: non solo perché ci porta in un freddo castello inglese alla vigilia di Natale, con la neve fuori e i camini accesi dentro, ma perché inizia con una mano mozzata… Questo, però, è il solo dettaglio sanguinolento di un giallo super intrigante dove la investigatrice è nientemeno che la regina di Inghilterra, Elisabetta II.
Già, perché la protagonista di Un omicidio molto reale, romanzo garbato e gradevole scritto da S.J. Bennett (più sotto trovate una mia intervista a lei) è la compianta sovrana: che troviamo al castello di Sandringham, mentre arriva la famiglia per festeggiare il Natale come da tradizione.
Le sospirate vacanze, con doni buffi e sciarade, vengono però funestate dal ritrovamento, proprio nei pressi del castello, di una parte di un cadavere. Una mano mozzata. La stampa ci va a nozze, la regina… pure! Perché per la Elisabetta immaginata dalla Bennett indagare, fra prove concrete e sottili analisi psicologiche, è un passatempo gradito – come avevamo imparato dai primi due romanzi: l nodo Windsor e Un problema da tre cani, sempre pubblicati d Mondadori.
Seguiamo il giallo e spiamo le abitudini della sovrana e della sua famiglia, con il vanesio Carlo, Harry il burlone (prima della Meghxit, ovviamente), e un contorno di nobili dalle storie tutte intrecciate fra loro. Una lettura leggera e interessante, un perfetto libro per le vacanze.
S.J.Bennett
Un omicidio molto reale
Mondadori.
INTERVISTA ALLA AUTRICE, S.J. BENNETT
Come è nata questa idea di trasformare la regina in una investigatrice?
“Guardando uno dei primi episodi della serie The Crown: mostrava la regina mentre posizionava un soldatino su un campo di battaglia. Ma nella posizione sbagliata: un dettaglio, ma un errore. Mio padre, che era nell’esercito inglese, aveva incontrato più volte Elisabetta ed era rimasto molto impressionato dalle sue conoscenze e dalla sua comprensione della storia militare. Così, mi sono trovata a riflettere su quanta esperienza la regina avesse maturato sui temi più diversi, dalla storia alle corse dei cavalli. Mi sono accorta di quanto la avevo seguita, di quanto la conoscevo, e di quanto mi piacesse. Quando mia madre la aveva incontrata aveva notato quanto fosse divertente di persona, così facile al sorriso e abile nelle imitazioni. Questo è un aspetto di lei poco conosciuto, e mi piaceva esplorarlo. Credo che il suo senso del comico la abbia aiutata ad attraversare 95 anni sempre in pubblico. Ma unito a un grande senso del dovere e un nucleo di acciaio. Ed è anche stata una vera dura: una combinazione davvero affascinante.
La sua Elisabetta si muove in uno scenario molto dettagliato: che ricerche ha fatto sui castelli e i palazzi in cui ha ambientato l’azione?
“Credevo di non dover fare molto, perché ho seguito la vita della famiglia reale per molti anni, ero ben preparata. Ma alla fine, ne ho fatto un sacco! Su come si rivolgeva al suo staff, come si comportava quando non era in pubblico, su quanto è occupata realmente (risposta: TANTISSIMO). Conosco persone che hanno lavorato per lei per anni, e sanno che cosa succede dietro le quinte. Ho visitato il castello di Windsor e Buckingham palace, ho visto tutti I filmati che ho potuto trovare e letto tantissimo. Infine, il sito Royal Collection Trust è stato utilissimo per tutti i dettagli sulle stanze e i mobili. Credo che potrei sfidare sia The crown che i biografi reali in accuratezza”.
Leggendo il suo libro ho realizzato come la regina, dopo tanti anni di servizio pubblico ha sviluppato una profonda conoscenza del genere umano e, ancor più importante, conosce e capisce la politica internazionale meglio di chiunque altro.
“Sono d’accordo. Molti dei suoi amici sottolineano quanto fosse una persona naturalmente curiosa. Cosa che non si può dire di tutti i leader mondiali! Si interessava alle persone e aveva una straordinaria capacità di ricordare quello che le dicono. Ha incontrato tante delle grandi figure del ventesimo secolo, spesso più volte. Ha attraversato tutti I grandi eventi dalla seconda Guerra mondiale in poi e visto di prima mano come venivano gestiti. Non ha avuto una educazione tradizionale, ma ha più esperienza diretta di qualunque persona con cui si trovi a parlare. Per questo, sono d’accordo, lei comprendeva a fondo le cose. Non so quanto questo le venisse riconosciuto dal suo staff, ma mi diverte immaginare che regolarmente la sottovalutassero, anche se cercavano di essere rispettosi”.
Il suo romanzo mescola persone vere, come un capriccioso principe Carlo, e Sir David Attenborough, e intriganti personaggi inventati: come ci ha lavorato?
Ho deciso allìinizio che avrei incluso I senior della famiglia reale nella storia, e dei cameo del primo ministro e di Sir David Attenborough. Ma anche che avrei inventato i membri dello staff della regina: credo non sia cortese includere in un romanzo persone reali che stanno svolgento il loro lavoro per la sovrana. Qualcuno avrebbe putoto amarlo, ma qualcuno avrebbe potuto odiarlo! Così ho creato io tutti I personaggi che non sono reali o celebri. Ho parlato con molte persone che hanno lavorato per la regina, e mi sono candidata per il lavoro di assistente di privata segretaria, così so che genere di persone sono, che tipo di background hanno, e come la pensano. Parecchi personaggi dei miei libri hanno in sè qualcosa di me, ma sono creature della mia immaginazione. E’ uno degli aspetti piacevoli di scrivere romanzi.