Ho visto non senza qualche emozione e persino qualche lacrima 🥲 la docufiction di Raiuno dedicata al milite ignoto: “La scelta di Maria”. Ammetto la mia ignoranza: non conoscevo la storia e le modalità con cui i poveri resti di un soldato sconosciuto erano stati scelti per diventare il simbolo di tutti caduti di tutte le guerre. Per cui è stato particolarmente interessante scoprire chi si è occupato di cercare le ossa di 11 soldati di cui non era possibile nessuna identificazione, ed elevarli a ricordo degli 11 più sanguinosi teatri di guerra. Un’operazione, va detto senza ironia, militare: una ricerca fra piccoli cimiteri di montagna e distese di povere croci sul greto di un fiume guidata da un piccolo drappello formato da un generale un ufficiale medico un cappellano. In parallelo la fiction racconta come è avvenuta la selezione di una delle madri dei caduti che dovesse diventare, in qualche modo, la mamma di tutti i soldati morti in guerra. Questo programma che si può rivedere su Rai play, e che consiglio vivamente di rivedere, da’ un senso più grande e profondo alla cerimonia che abbiamo visto ieri, con il presidente della Repubblica che depone la corona d’alloro alla tomba del milite ignoto e al volo delle frecce tricolori nel cielo azzurro della capitale. Un film TV da vedere, come dicevo, anche per la formula decisamente interessante e forse non ancora del tutto perfezionata: una parte di fiction vera e propria con degli attori che recitavano i personaggi della storia, una parte bellissima di immagini dei poca, una testimonianza toccante e incredibile di un’Italia dell’altro ieri, e persino una parte in animazione, un breve cartone animato a riassumere un episodio di guerra che torna nei sogni di uno dei protagonista. Un cocktail interessante, ancora non perfettamente riuscito, e curioso su Raiuno, una rete di solito poco disposta a sperimentare visto che punta a grandi numeri d’ascolto. Ma quando un programma riesce a emozionare interessare insegnare forse qualcosa si può perdonare è una scelta stilistica non è ancora del tutto matura.
Il milite a me ignoto
a cura di ELENA MORA