Confesso che mi sono bevuta il primo libro di Stefania Auci, I leoni di Sicilia (editrice Nord): la saga della famiglia Florio, nella assolata Palermo, mi aveva appassionato facendomi scoprire storie ed episodi che non conoscevo. Ho aspettato un po’ a prendere in mano il seguito, L’inverno dei leoni, proprio per paura di essere delusa dalla seconda puntata della saga. Ma, fortunatamente, non è stato così. Dopo l’ascesa, la caduta della famiglia e delle fortune economiche dei Florio è un romanzo appassionante e accattivante, più impegnativo del primo in quanto ricco anche di riferimenti storici e culturali affascinanti. Ma ho trovato particolarmente intrigante la storia del ritratto commissionato dal marito di Franca Florio al pittore più importante dell’epoca, quel Boldrini che rendeva ogni donna sensuale e affascinante. Perché dietro a quel ritratto, e alla bellezza straordinaria di Franca, c’è un vero e proprio giallo che gli storici dell’arte hanno da poco chiarito: narrava la leggenda che una prima versione, molto sexy, spalle e braccia nude, posa provocante, fosse stata censurata dal marito geloso per essere sostituita da una più casta immagine della moglie coperta da un ricco abito ricamato adornato dalle sue famose perle. Le analisi della tela, invece, ha mostrato che è stato il pittore, dopo aver ritratto Franca in abito sì scollato ma con tanto di maniche e decori, ad averla resa più audace e provocante svelandone le bianche braccia – sotto cui è stata trovata traccia delle maniche nere – e togliendo decori e orpelli al vestito, che diventa così decisamente più sensuale e mosso come in un passo di danza. In ogni caso L’inverno dei leoni è un libro bellissimo, da comprare, leggere e regalare…