Menopausa più vita… e meno tabù

Tre anni fa ho pubblicato un libero sulla menopausa. A onore del vero devo ammettere che il mio editore, Cairo, lo ha subito accettato come progetto. Ma nel promuoverlo mi sono resa conto di come la menopausa fosse l’ultimo tabù, quello che si legava alla vecchiaia, alla trasparenza, alla perdita di ogni valore come donna. Ora, sono contenta di vedere (e qui sotto lo faccio vedere anche a voi, come due marche famose hanno sdoganato il termine nelle loro pubblicità: quello che era un tabù è diventato un valore, almeno in termini di fetta di mercato. E volete sapere come ho scoperto io di essere in menopausa? A una cena…

Succede un giorno, d’improvviso. Cioè, non succede tutto esattamente all’improvviso, ma c’è un preciso momento in cui una, improvvisamente, se ne rende conto.

A me è successo una sera a cena da amici, qualche anno fa. Tra gli ospiti seduti a tavola, un ginecologo. Io all’epoca ho 53 anni e sono (o almeno mi sento) in perfetta salute. Il mio ciclo è sospeso da… Boh? Io l’ho vissuto come la fine di una seccatura mensile, quindi non mi è sembrata una tragedia né un punto di svolta della mia vita.

Almeno fin qui.

Mentre chiacchieriamo tranquillamente di figli e lavoro una delle ragazze – be’, ex ragazze, sarà anche lei oltre i 50 – diventa improvvisamente tutta rossa in viso. Inizia a sventolarsi con il tovagliolo, mentre il sudore le cola dalla fronte e i capelli le si appiccicano bagnati sulla testa. «Una caldana» sussurra come se si vergognasse. «Sai, la menopausa.»

Già, la menopausa. Come se fossero state tutte magicamente animate dalla parola, le signore a tavola iniziano a lamentare una serie di acciacchi, problemi, tutti legati allo sconquasso ormonale che ha scaravoltato le loro vite.

Io non so che dire, ma a domanda diretta confesso, non senza imbarazzo, di non avere alcun sintomo di rilievo. Almeno, così ho creduto finora.

«Non soffri di insonnia?» mi chiede subdolo il ginecologo.

Be’, sì, faccio un po’ fatica a addormentarmi, ma si sa, i pensieri…

«Aumento di peso?»

Sì. Non so come ma l’ago della bilancia pare sempre impietosamente andare verso l’alto, malgrado la mia dieta – be’, chiamarla dieta forse è un po’ troppo – non sia cambiata da anni. Non che sia mai stata magra, però…

«Depressione?»

Dài, non che ci sia da stare allegri, con il lavoro che non va tanto, le crisi di governo, l’inverno che sembra non finire mai, il buco nell’ozono, l’inquinamento. Ma lo definirei malumore, più che depressione. Malumore passeggero, ecco.

«Ansia?»

Qui colpisce facile: io mi chiamo Elena Ansia Mora. Ansia è il mio secondo nome da sempre. Lo hanno inserito anche nel mio codice fiscale: ELN ANS MRO. Il mio nome completo sul documento è Elena Ansia Mora coniugata Senso Di Colpa. Sull’ansia con me si sfonda una porta aperta, proprio spalancata. Ma l’età, in questo caso almeno, non c’entra nulla.

Spietato, l’amico medico continua la sua indagine: «Amnesie? Palpitazioni? Sudorazione notturna? Tensione al seno?

Sì, sì, sì, sì, ammetto a malincuore. Ma cosa sta succedendo? Sono arrivata a cena sanissima, o almeno così credevo, e mi ritrovo in piena sindrome da menopausa.

Mi sono ripresa, abbastanza presto, e vi garantisco che in menopausa non si sta affatto male:  e mi fa piacere vedere come ora anche le case cosmetiche hanno sdoganato il termine, se non altro per vendere…

PS: il libro è ancora nelle librerie, e si può ordinare su Amazon su cui ha un ottimo punteggio…

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