Una manciata di giorni a New York, insufficiente per lunghe visite ai grandi musei, permette invece di scoprire piccoli, straordinari gioielli. Accanto al super famoso Guggenheim, in parte chiuso per ristrutturazione, c’è una piccola, strepitosa galleria con un vero e proprio tesoro, e non solo ai miei occhi: The woman in gold, il quadro che ha ispirato libri e un bellissimo film con Helen Mirrer. Si chiama Neue Gallery, è di proprietà del magnate Ronald Lauder, che tutte conosciamo per creme e rossetti, ed è in un palazzo che già da solo vale la visita, costruito nel 1914; dentro, una collezione di artisti tedeschi e austriaci degli anni Venti: ma il vero gioiello, famoso in tutto il mondo per la sua bellezza ma anche per la sua decisamente affascinante storia, è il ritratto di Adele Bloch-Bauer dipinto da Gustav Klimt.
Vi dico subito che questa mia foto lì davanti è un falso, perché giustamente non è permesso fotografare l’originale: ma nell’atrio del sotterraneo una copia permette di scattare foto ricordo. Il quadro è bellissimo, ma la sua storia non è da meno: rubato dai nazisti dalla casa Boch Bauer dopo la fuga della famiglia, ebrea, per salvarsi dalla persecuzione, viene ripreso dal rigoverno austriaco ed esposto al pubblico con grande clamore, diventando una delle attrazioni della Galleria Belvedere di Vienna, considerata un po’ la Monna Lisa dell’Austria.
Fino ai primi anni novanta, quando la 83enne Maria Altman, nipote della donna ritratta nel quadro, vede in una legge austriaca sulla restituzione dei beni rubati dai nazisti la possibilità di riavere i quattro quadri di famiglia dipinti da Klimt, di cui The lady in gold è solo il più famoso. Con l’aiuto del figlio di una amica, giovane avvocato dal cognome importante, Randol Schoenberg, nipote del grande compositore, inizia una causa complessa e costosa contro il governo austriaco: che la vede perdente all’inizio ma, grazie a un cavillo, le permette di riaprire il caso come “Altmann contro la repubblica austriaca”. A questo punto della vicenda Maria aveva 88 anni e, ovviamente, il tempo giocava a suo sfavore: in più il confronto fra lei, proprietaria di una piccola boutique a Beverly Hills, e l’intera repubblica austriaca sembrava decisamente impari. Non è stato così, incredibilmente e la Altmann è riuscita ad ottenere la restituzione di cinque quadri appartenenti alla famiglia, fra cui, appunto il ritratto della zia Adele, subito rivenduto, per 135 milioni di dollari, a Ronal Lauder con la condizione, però, che venisse esposto al pubblico, come di fatto è, nella Neue Gallery di New York.
A quel punto Maria aveva 95 anni. Il totale della vendita dei dipinti le valse la bella cifra di 327 milioni di dollari, al netto della parcella dell’amico avvocato che, con i soldi della percentuale, ha aperto un suo studio legale dedicato alla restituzione di opere d’arte.
E nel negozio della galleria (adoro i negozi dei musei, che siano a Milano o a New York) ho trovato il libro di Anne Marie O Connor che racconta la storia di Adele Bloch Bauer, ma anche di un periodo della storia austriaca assolutamente affascinante: e su questo libro è basato il bellissimo film The woman in gold interpretato da Helen Mirren che si può vedere su Amazon Prime, e vi consiglio vivamente di farlo perché è davvero appassionante.
Dimenticavo: ecco come era la vera Adele Bloch Bauer immortalata da Klimt: riuscì a sfuggire alle persecuzioni naziste perché morì prima, poco più che quarantenne, di meningite nel 1925.
Qui invece il trailer del film: https://www.google.com/search?q=the+woman+in+gold+trailer&oq=the+wona+in+gld&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUqCQgDEAAYDRiABDIGCAAQRRg5MgkIARAuGA0YgAQyCQgCEAAYDRiABDIJCAMQABgNGIAEMgkIBBAAGA0YgAQyCQgFEAAYDRiABDIJCAYQABgNGIAEMgkIBxAAGA0YgAQyCAgIEAAYDRge0gEIOTc2NGowajeoAgCwAgA&sourceid=chrome&ie=UTF-8