Un appassionante giallo con un tocco di nero e tantissimo rosa: il divertentissimo “Nove giorni e mezzo” scritto da Sandra Bonzi (Garzanti) parla di una giornalista in crisi – per la menopausa, la carriera a un punto morto, i figli che se ne sono andati da casa, un marito, professore universitario, sempre più noioso – che una mattina si trova davanti a due trolley grondanti sangue. Accanto a lei, con gli ormoni che ballano il tango, una amica in crisi e la madre che decide di separarsi a ottant’anni. “Il giallo fa da filo conduttore per un racconto sul femminile, sull’evolvere delle relazioni, sulla sindrome del nido vuoto”. Spiega la autrice. “I figli se ne vanno: un momento atteso, necessario per te e per loro, ma che spalanca un vuoto, porta a vedere a che punto è la tua relazione con il tuo compagno, da reinventare così come era cambiata quando i figli sono arrivati. Nel frattempo accadono altre cose: la menopausa, la sensazione di essere di troppo anche sul lavoro, ma anche il liberarsi di energieche hai dovuto e potuto usare solo in parte perché impegnata in altre cose. Un passaggio complesso da tanti punti di vista: e io volevo Elena, la mia protagonista, in tutta la sua fragilità, in un momento in cui può fare cose che non avrebbe mai fatto prima. E volevo scoprire che cosa può portare una coppia che vive insieme da tanti anni a riscoprirsi, a rimettersi in gioco. Ma la volevo salvare, la coppia, perché ho scoperto anche, dopo averlo negato per anni, di essere una romantica”.
Suo marito, Claudio Bisio, ha dichiarato che senza di lei non potrebbe vivere, ma anche che è sicuro che lei non lo lascerebbe mai. E’ vero?
“Se io non ci dovessi essere lui sopravviverebbe e io anche! E’ stata una fortuna reciproca incontrarci, ci vuole fortuna nelle relazioni, poi c’è anche la fatica nel mantenerle e in questo tutti e due fino ad ora – e uso fino ad ora – siamo stati bravi. Sicuramente siamo un pezzo di vita molto importante uno dell’altra, ma le dichiarazioni d’amore sono da prendere come… dichiazioni d’amore”.
Elena, la protagonista, ha la vita sconvolta dal ritrovamento dei trolley coni cadaveri, ma ha un bagaglio pesante ed è particolarmente pignola nel fare le valigie. Lei?
“Io nella vita mi trascino dietro un bel baule, faccio fatica ad essere leggera: in questo mi aiuta Claudio perché ha un altro sguardo sulla vita; non è che i problemi non ci siano, semplicemente li affronti con un altro piglio. Forse a volte semplicemente fatalismo. Io poi sono come la mia protagonista, per andare via due giorni faccio la valigia come per due mesi”.
Nel romanzo ci sono amore, amicizia, ma non c’è la gelosia. Curioso per una che ha un marito sempre circondato da donne bellissime…
“La mia protagonista non è gelosa. E’ curiosa rispetto alla sua amica, Claudia che è il suo opposto, non ha figli, è molto libera… in lei vede la sua vita come potrebbe essere se fosse andata diversamente. Io non sono gelosa, sicuramente non in modo malato. Claudio ha sempre avuto la scusa ufficiale per poter baciare, abbracciare; ha avuto la fortuna di lavorare con donne belle, intelligenti e molto simpatiche… un po’ gelosa sì, cavolo, ce le hanno tutte! Di alcune di loro sono diventata anche amica. Con Vanessa Incontrada abbiamo avuto più occasioni di vederci perché frequentiamo la Toscana; tra le compagne storiche di Claudio anche Michelle è molto affettuosa nei miei confronti, e ho costruito un bel rapporto con Angela Finocchiaro e Geppi Cucciari, intelligenti, ironiche e di grande umanità”.
Sono divertenti le incursioni dei figli nella vita della tua protagonista, fuori di casa ma sempre presenti: come i vostri?
“Alice ha 26 anni in questo momento sta a Berlino, e Federico ha 24 anni e sta a Londra. Non se ne sono andati via di casa del tutto perché studiano ancora tutti e due. Ma siccome nella coppia quella un po’ più ansiosa sono io, Claudio perbilanciare si dimostra ancora meno ansioso di quanto non sia. Poi ovviamente ha vissuto meno di me il quotidiano dei figli. In realtà per il romanzo ho rubato anche a storie che ho visto intorno a noi”.
La grande rivolta di Elena alla fine è quella di lasciare a casa il cellulare…
“Sì, quella di prendersi una pausa da tutti, figli grandi ma ancora con le loro richieste, e genitori con altri tipi di richieste: una fascia di età in cui si è in mezzo in un momento non esattamente semplice della vita; un po’ di botta di ironia ci voleva, no?”.
La colonna sonora del libro, invece, sono le canzoni di Vasco Rossi.
“Il Vasco! Ognuno ha una debolezza, e quella è la mia”.